Una nuova ricerca appena pubblicata su PNAS ha scoperto che il materiale radioattivo in alcune zone del nord-est del Giappone supera i livelli considerati sicuri per l’agricoltura. I risultati della ricerca forniscono le prime stime complete della contaminazione in tutto il territorio giapponese, causata dall’incidente nella centrale nucleare di Fukushima Daiichi lo scorso marzo, e contraddicono in parte le stime di contaminazione di precedenti ricerche.
Lo studio ha dimostrato che la maggior parte del Giappone è ben al di sotto (in media circa 25 Bq / kg) del limite di sicurezza. I livelli di contaminazione relativamente bassi nel Giappone occidentale potrebbero essere spiegati dal fatto che le catene montuose hanno riparato quelle regioni dalla dispersione di materiale radioattivo, secondo gli autori.
Durante l’incidente nucleare, causato da un terremoto e un conseguente maremoto che ha danneggiato tre reattori della centrale, sono stati liberati vari elementi radioattivi che si sono sprigionati dalla fusione delle barre di uranio e plutonio. Tra questi elementi, il cesio 137 è il più temuto, in quanto riesce a restare radioattivo per decenni, contaminando il suolo. La produzione alimentare giapponese può essere interessata da questo problema, secondo i ricercatori, più di quanto stimato finora.
I timori che i terreni agricoli siano stati contaminati ha stimolato i ricercatori a stimare la possibile contaminazione, e a cercare di capire se verdure e carne giapponesi sono sicure da mangiare.
Un primo studio ha suggerito che i raccolti contenevano livelli di radiazioni ben al di sotto del limite di sicurezza per il consumo umano. Ora, un team internazionale di ricercatori suggerisce che questo risultato merita uno sguardo più approfondito.
Teppei Yasunari, che lavora per lo Stato americano del Maryland, e i suoi colleghi, hanno misurato dell’elemento radioattivo Cesio-137 nel suolo e nell’erba dalle 47 regioni giapponesi e hanno combinato questi risultati con simulazioni basate sui modelli climatici dopo l’incidente.
Il team ha scoperto che l’area orientale di Fukushima aveva livelli di cesio radioattivo che superavano i limiti ufficiali del governo per i seminativi.
Ai sensi della legge giapponese igiene alimentare, 5.000 becquerel per chilogrammo (Bq / kg) di cesio sono considerati il limite di sicurezza nel suolo.
I ricercatori stimano che i livelli di cesio-137 vicino alla centrale nucleare sono otto volte il limite di sicurezza, mentre le regioni limitrofe sono poco sotto questo limite.
La produzione di cibo nelle regioni più contaminate, scrivono i ricercatori, è probabile che sia “gravemente compromessa”, e che le regioni vicine a Fukushima, come ad esempio Iwate, Miyagi, Yamagata, Niigata, Tochigi, Ibaraki e Chiba sono probabilmente state colpite di più.
I ricercatori auspicano che il governo giapponese effettui una valutazione più approfondita della contaminazione radioattiva in tutto il Giappone, prima di considerare piani di decontaminazione in futuro.
Un secondo studio, pubblicato nella stessa edizione di PNAS, raccolte oltre un centinaio di campioni di terreno nel raggio di 70 chilometri attorno all’impianto di Fukishima, e ha trovato alti livelli di cesio-137 in tutta la prefettura di Fukishima e nelle regioni vicine.
Lo studio in inglese è disponibile qui: http://www.pnas.org/content/early/2011/11/11/1112058108
ah ah ah ah ma qualcuno pensa sul serio ke idanni sono limitati al giappone…..nooo non si puo’ essre così idioti