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Golfo del Messico: nuove ipotesi per bloccare la perdita di petrolio

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 10.05.2010

Aggiornamento (19:35:50, fonte Reuters) – BP tenterà di posizionare una cupola di contenimento più piccola sopra la falla del pozzo petrolifero da cui fuoriesce greggio nel Golfo Messico. Lo ha annunciato oggi l’amministratore delegato della compagnia petrolifera. Il cosiddetto “cilindro” sarà piazzato entro le prossime 72 ore, ha detto ai giornalisti l’AD Tony Hayward. Nei giorni scorsi il tentativo di arginare la fuoriuscita di petrolio con una grande cupola di contenimento è fallito.

Se l’utilizzo di una cupola per coprire la fuoriuscita di petrolio che sgorga nel Golfo del Messico non funziona, le squadre si stanno preparando per un’altra opzione: intasare la bocca del pozzo (VOTA).

Gli ingegneri stanno esaminando se si può intasare con dei detriti la valvola di sicurezza che non si è chiusa, provocando l’esplosione,  ha detto l’ammiraglio Thad Allen, comandante della Guardia Costiera. L’enorme cupola alta 12 metri che si trova ora di fianco al pozzo da cui sgorga il petrolio era progettato per fermare le perdite, ma non ha funzionato correttamente.

Intanto l’agenzia di rating Standard & Poor’s ha rivisto l’outlook di BP a negativo, dicendo che un abbassamento a AA è molto più probabile oggi sulla base dell’aumento dei costi di gestione dell’incidente. La compagnia petrolifera sta, infatti, bruciando milioni di dollari al giorno per far fronte alla falla causata dall’esplosione del 20 aprile scorso.

“La prossima tattica sarà qualcosa che chiamano un ‘colpo di spazzatura'”, ha detto Allen alla Cbs. “Si prendono dei detriti di varia natura, come pneumatici triturati o residui di palle da golf usate,  e ad una pressione molto alta si sparano nella bocca del pozzo per tentare di intasare la conduttura e fermare la perdita.”

La BP Oil Company, proprietaria del pozzo, aveva cercato di abbassare una cupola di contenimento di quattro piani sopra il pozzo. Ma tale piano è fallito sabato dopo che cristalli di idrato simili al ghiaccio si sono formati dalla combinazione di gas e acqua, bloccando la parte superiore della cupola.

BP ha detto che non ha abbandonato il piano della cupola. Ma Doug Suttles, Chief Operating Officer della società, ha detto ai giornalisti che i funzionari stanno prendendo in considerazione il “colpo di spazzatura” insieme ad altre possibili soluzioni.

Suttles Sabato ha detto che il tentativo di chiudere la valvola, chiamata preventer, non era ancora stato proposto a causa delle possibili sfide e rischi, aggiungendo che il metodo ha funzionato in passato, ma mai così in profondità sotto la superficie dell’acqua.

“Stiamo lavorando a 1.500 metri di profondità, e questo non è mai stato fatto prima”, ha detto.

La cupola è appoggiata sul fondo del mare, mentre gli equipaggi domenica hanno cercato di trovare un modo per evitare la formazione dei cristalli – un processo che potrebbe richiedere due giorni, ha detto ai giornalisti Suttles.

I funzionari stanno prendendo in considerazione il riscaldamento della cupola o l’aggiunta di metanolo per sciogliere il idrati. Se il problema viene risolto, BP spera di collegare la cupola con una nave e cominciare a prelevare il petrolio dalla cupola di contenimento.

Il presidente Obama prevede di incontrare i membri del Gabinetto lunedì pomeriggio per esaminare gli sforzi di BP per arrestare la perdita di petrolio e passare in rassegna le iniziative in risposta alla marea nera.

Si stima che circa 5.000 barili di greggio si stanno sversando dal pozzo ogni giorno. Centinaia di migliaia di metri di barriere di plastica di grandi volumi di disperdenti hanno continuato ad essere impiegati nel tentativo di catturare o spezzare il petrolio in movimento verso le coste del Golfo, e migliaia di lavoratori e volontari hanno lavorato diligentemente tutto il fine settimana.

I servizi metereoligici hanno avvertito che il Delta del Mississippi le le zone di costa vicine al pozzo  potrebbero vedere il petrolio sulla costa da martedì, e venti significativi potrebbero spingere il petrolio ad ovest del delta del fiume Mississippi da lunedì. Intanto gli scienziati stanno analizzando le sfere di catrame trovate su una spiaggia su Dauphin Island, Alabama, per determinare se sono state causate dalla marea nera, ha detto il portavoce della Guardia Costiera Erik Swanson.

Le sfere di catrame sono “pezzi di olio emulsionato” a forma di frittelle, che variano nel formato da una monetina a palline da golf, ma a volte può verificarsi naturalmente, ha detto Swanson.

La Guardia Costiera ha detto che sei uccelli coperti di petrolio sono morti da quando la chiazza si è formata il mese scorso,  ha detto Swanson domenica, anche se la causa della morte è ancora in corso di definizione. Quattro uccelli ricoperti di petrolio sono stati ripuliti, ha detto Swanson.

Uno studente di college a Waveland, Mississippi, ha inviato delle immagini alla CNN di migliaia di pesci morti che ha trovato sulla spiaggia vicino a casa sua sabato. Sabrina Bradford, studente presso l’Università del Mississippi, ha riconosciuto il tipo di pesce come una specie spesso utilizzata come esca o come pasto per nutrire i pesci di allevamento.

Ma William Hawkins, direttore del laboratorio di ricerca della Costa del Golfo presso l’Università del Mississippi del Sud, ha detto che i pesci non sono necessariamente morti a causa della marea nera. Potrebbero essere morti in una tasca di acqua a basso tenore di ossigeno o potrebbero essere caduti da una rete da pesca strappata, ha detto.

Gli investigatori federali stanno ancora cercando determinare cosa ha causato l’esplosione che affondò la Horizon Deepwater, di proprietà del contraente BP Transocean Ltd. L’esplosione ha lasciato 11 uomini morti a bordo della piattaforma e ha causato l’esplosione sottomarina.

BP è legalmente tenuta a coprire i danni economici dalla fuoriuscita fino a 75 milioni di dollari. Ma in Florida il senatore Bill Nelson ha introdotto una legislazione per aumentare le responsabilità fino a 10 miliardi.

“Se questa perdita continua per diversi mesi, ricoprirà l’intera Costa del Golfo e arriverà a toccare la costa orientale della Florida. Si sta parlando di enormi danni economici al nostro turismo, alle nostre spiagge, alla nostra pesca, molto probabilmente ad un’interruzione dei nostri test e dell’addestramento militare “, ha detto Nelson Domenica.

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  • secondo me una delle tanta potrebbe essere una calamita sostanziosa con foro sfasato e tubi con iniziali in ferro .

  • angelo scrive:

    che ne pensate di interrompere la vena creando intorno altri punti di estrazione a finchè nn perde pressione per poi poter agire sul punto di rottura magari facedo esplodere della dinamite così la terra e pietre si possono incastrare ( ci saranno dei danni ma nn raggiungono quelli già provocati)

  • Milly 97 scrive:

    Per evitare che il petrolio si disperda nel mare e raggiunga le coste, si potrebbe creare artificialmente un “vortice” sopra al punto di uscita. (utilizzando turbine o eliche)
    Il petrolio che affiora in superficie ruota in tal modo all’interno del vortice senza disperdersi ed è facilmente aspirabile.
    Mi rendo conto che non si sta parlando di una vasca da bagno, ma chissà….

  • apocalisse scrive:

    non iniziate ad avere problemi con la respirazione ?
    no? be se non si dovessero super muovere samo tutti sulla stessa barca mi dispero per i bambini e gli animali

    e inoltre io penso: ma che cavolo vanno nello spazio se non riescono ad andare in fondo al mare eppure si dice un passo per volta
    il pozzo esploso e’ il classico passo piu lungho della gamba
    la mia conclusione che queste persone non hanno coscienze e al posto del cervello una semplice calcolatrice made in china

  • giovanni arleo scrive:

    io penso che bisognerebbe inserire nel tubo una sonda con la testata in gomma una volta inserita la sonda nel tubo si spinge nella stessa un gas apposito che permetterà di gonfiare la testata in gomma bloccando definitivamente la perdita.
    ciao a tuttti…….

  • NEO scrive:

    IL NOME DELL’INVENZIONE E’ “UMBRELLA REVERSE”,CONSIDERANDO LA PRESSIONE L’IDEA E’ QUELLA DI INSERIRE ALL INTERNO UN TUBO AD APERTURA IN MODO DA POTER CONTRASTARE LA PRESSIONE PER POI APRIRE L OMBRELLO REVERSE CHE BLOCCHERA’ IL FLUSSO PER MAGGIORI INFORMAZIONI CONTATTATEMI!!!

  • hitaj scrive:

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  • francesco puddu scrive:

    Dopo aver ridotto la pressione si potrebbe inserire della schiuma ad espansione rapida per arginare la perdita…forse!!!!!!!!

  • francesco puddu scrive:

    Realizzare un altro punto di aspirazione provvisorio dovrebbe ridurre di geran luga la perdita fuori controllo….

  • francesco puddu scrive:

    Quanto tempo richiede realizzare un altro pozzo sulla stessa falda ???

  • francesco puddu scrive:

    Una colata di metallo pesante fuso è concepibile?? Trasportare una Gabbia di Faraday in sito è possibile??? Se la cosa è fattibile, non è un’idea malsana. Mantenere il metallo fuso durante la colata può sembrare impossibile…ma questo è solo uno spunto per il resto…a voi geni!!!!!!!!!!

  • luigi iachetta scrive:

    la mia soluzione
    la falda non puo essere chiusa,ed e impassibile chiuderla, ma si puo preleva il petrolio,e riducendo liunguinamento.formare una cambana a formadi imbuto abbastanzza grande,che verra collegata a un tubbo rigido o flessibbile,la cambana deve avere un peso abbastanza elevato che quado appogera dul fondale,non potra muoversi con la pressione esercitata dal combustibile,il tubbo collegato,portera il crezzo direttamente in superfice dove viene raccolto. se non avete capito la mia idea ,o volete capire meglio
    tel.340/9250641

  • virginio scrive:

    nn so’ come mandare il progetto
    contattatemi

  • virginio scrive:

    mi fate sapere a che pressione esce il petrolio che forse ho un’idea realizzabile

  • devid marradi scrive:

    secondo me io farei dei cerchi conici, che abbiano funzione in crescita piramidale,partendo dal presupposto che la graduazione piramidale deve essere restrinta gradualmente. Sia chiaro che la base piu’ larga debba posare sulla falla di petrolio e procedere in forma piramidale. Da considerare come punto fondamentale che il peso dei vari cilindri deve essere proporzionato come minimo il doppio della pressione stessa , cosi’ procedendo fino al raggiungimento del ( peso =doppio della pressione sviluppata).
    N.B. l’ ultimo cilindro deve essere con meccanismo di allaccio di un bocchettone a calamita potente , da poter essere allacciato ad eventuali tubi di scarico, ( es: rifornimento aerei in volo ) o navi cisterne . questo e’ un mio pensiero ciao a tutti .

  • bobo94 scrive:

    MI VIENE IN MENTE UN TASSELLO DI METALLO QUANDO SI APPENDE UN QUADRO. SI FA UN FORO ED IN QUESTO FORO VIENE INSERITO UN TASSELLO DI METALLO. QUINDI SI AVVITA IL TASSELLO FIN QUANDO QUESTO, DILATANDOSI, NON SI BLOCCA NEL MURO.
    BEH!, IL BUCO C’E’. CREINO UN TASSELLO AD HOC, LO INFILINO NEL BUCO E LO FACCIANO DILATARE FINO A BLOCCARE LA FUORUSCITA DI PETROLIO.
    IN BOCCA AL LUPO!!!

  • Lesei scrive:

    Far implodere il pozzo con esplosivo?

  • FATEMI SAPERE IL DIAMETRO DEL TUBO CHE FUORIESCE IL PETROLIO, E SE L’USCITA DEL PETROLIO DAL TUBO E’ LIBERA O HA DEGLI OSTACOLI… POSSONO ESSERE ESEGUITI LAVORI A QUELLA PROFONDITA’?

    IN ATTESA DISTINTI SALUTI

  • Antonio scrive:

    Per me si dovrebbe costruire sul posto un enorme tappo a forma di cupola di cemento armato di grosse dimensioni e di un consistente peso di molte tonnellate e calarlo direttamente sul buco tappando cosi la falda.

  • MATTIA STABILE scrive:

    Per me si potrebbe inserire nella falla un pallone sgonfio in caucciù, per poi gonfiarlo all’interno della falla. Dopo di che bisognerebbe cementare l’esterno.

  • nicola scrive:

    Per me l’idea di mandar giù da una conduttura del materiale per chiudere la falla è buona ma il tipo di materiale è sbagliato; se fosse possibile dal condotto spingerei enormi quantità di acciaio fuso;l’estremità del tubo chiusa in modo da sopportare la pressione marina e del petrolio che viene spinto all’esterno;la quantità dell’acciaio fuso superiore alla pressione del petrolio che fuoriesce;questo aprirebbe il tappo posto all’estremità del tubo introducendosi velocemente nel foro e a causa della temperatura fredda dell’acqua solidificherebbe creando un enorme tappo,dando la possibilità ad un secondo intervento.

  • Gianni Pallini scrive:

    Mi domando se non hanno pensato, sempre se fosse possibile, a fermare il flusso con un pallone otturatore, tipo quelli usati per il gas.L’inserimento di questo pallone deve essere eseguito a monte della falla con un ulteriore foro sul fianco del tubo stesso. Naturalmente con materiali idonei. Se questo fosse possibile, si potrerbbe tamponare provisoriamente la falla , dando il tempo per la dovuta riparazione. In questo modo il pozzo non andrebbe perso. E’ chiaro che l’operazione deve essere studiata nei particolari. Spero che la mia idea possa esservi utile. Colgo l’occarione per salutarvi.

  • Gaetano Buta scrive:

    l’unica soluzione è congelare il petrolio portandolo allo stato solido con refrigeranti tipo gas.

  • Saverio Sotgiu scrive:

    Secondo me la cosa piu semplice da fare e creare un’arpione cilindrico di dimensioni proporzionate la foro da chiudere con all’interno del cilindro un airbag che subito dopo essere stato sparato da robot attraverso un canoncino tipo quelli delle baleniere si gonfia e chiude la falla e poi attraverso delle schiume tipo poliuretano espanso salderebbe completamende il tutto
    speriamo .

  • Lello de Rosa scrive:

    Tessuto kevlar circolare di giusto spessore con diametro sufficiente a coprire l’intera area recante ai bordi un numero sufficiente di pesi in guisa da adagiarsi sul fondo seguendone la conformazione, quindi evitando perdite laterali. al centro un tubo aspirante.

  • riccardo scrive:

    condivido con Basilare , fare ipotesi per fermare la fuoriuscita del greggio senza conoscere la i dati tecnici del pozzo è impossibile .

  • basilare scrive:

    Leggo un po’ ovunque le proposte per fermare la fuoriuscita di greggio, ma da nessuna parte leggo i dati di cui si avrebbe bisogno,
    ad esempio le dimensioni dei tubi, le lunghezze, i materiali, credo che la BP se davvero vuole che l'”intelligenza collettiva” dia dei risultati, debba dare gli schemi sui quali si possa lavorare, altrimenti è tempo perso

  • donato scrive:

    ho la soluzione per fermare la perdita di petrolio nel golfo
    la mia idea consiste nel sistemare due tubi con calibro diversi
    filettati co apposite guarnizioni in gomma stringendo il tubo esterno
    le guarnizioni si dilatano affinche’ bloccano il petrolio facendo passare il petrolio attraverso il tubo piu’ piccolo recuperando cosi’ il pozzo

  • nicola marsiglia scrive:

    io sono 20 giorni che provo a contattare giornali e tv per esporre la mia soluzione ma non ho mai trovato indirizzi per comunicare. vi prego fatelo voi per me.Il mio sistema si basa su un tubo del diametro di 60mm per 2 metri max con all”interno un airbag ad alta pressione questo meccanismo permette di fermare la fuoriuscita di petrolio e dare il tempo necessario per cementare tutto,ho brevettato il sistema dopo averlo testato e funziona.se avessi avuto più disponibilità economica sarei già andato in luisiana per proporlo il mio sistema funziona vi prego avvisate le autorità amaricane e la BP io sono a milano e partirei in qualsiasi momento se volessero indicazioni per la costruzione di questo manufatto che con le tecnologie americane e gli airbag della nasa sarebbe 100 volte più efficace e si costruisce in 5 ore assemblaggio compreso.

  • TRENCIO Pietro scrive:

    Secondo me la soluzione e con un sommergibile lanciare un siluro credo che sia l’unica soluzione, oppure qualcosa di simile e un sistema già usato da ditte specializzate con l’uso di cariche esplosive di superficie.!

  • Matone Onofrio scrive:

    introdurre un segmento di tubo all’interno del foro, concepito meccanicamente in modo tale che una volta penetrato in profondità, la punta si chiuda e la coda si divarichi funzionando come una vera e propria “supposta-tappo” che non ha più la possibilità di essere spinto fuori.

    sembra ridicolo ma vi assicuro ha già funzionato in un mio caso analogo

  • CLAUDIO scrive:

    Cilindro di cemento armato di parecchie tonnellate 2000-3000 (il massimo sopportabile da quattro navi appoggio geostazionate che lo caleranno sul fondale. Alla base del cilindro, che dovrà essere almeno dieci volte più largo della falla, rivolto verso il basso, deve essere presente un cono di calcestruzzo armato con inclinazione opportuna per incunearsi nella falla, o in alternativa, una piccola cavità fatta a cupola per ospitare la testata del pozzo (questo è ciò che si capisce dalle poche immagini).Il complesso cono-cilindro avrà, sulla base che poggia verso il fondo, due o tre profili concentrici che si pianteranno sul fondo e funzioneranno da guarnizione, dovrà essere forato passante e provvisto di manicotto con opportune filettature o baionette che permetteranno l’aggancio di tubatura con la superficie (eventuale valvola da utilizzare in seguito). Attorno alla falla il fondale dovrà essere ripulito e reso il più possibile piano. La depressione prodotta dal pompaggio dalla superficie ed il peso del cono-cilindro, dovrebbero permettere il contenimento dello sversamento ed il riutilizzo immediato del giacimento. Appena fuori della uscita del tubo dovrà essere collocato un sistema elettrico di riscaldamento ad induzione. Se la pressione di uscita, che dovrebbe superare le 200 atmosfere, tendesse a sollevare il complesso, è sempre possibile sovraporre ulteriori anelli di cemennto o detriti. La raccolta del greggio attraverso il tubo dovrevve comunque far diminuire la pressione sul cilindro. Spero solo che ci sia la volontà di fermare il petrolio e non ci siano altri interessi legati alle imprese di disinquinamento.

  • germani stefano scrive:

    mi occupo di impianti,l’unica alternativa che vedo :
    rifilare il tubo ,infilare un cono in ferro con sfogo e serranda superiore infilarlo adattarlo saldarlo e poi chiudi

    ciao ste

  • antonello scrive:

    In merito non vorrei sembrare catastrofico, ma vorrei far presnte che i giacimenti di petrolio hanno normalmente due o tre anni di portata se non si riesce a chiudere questo maledetto tubo in tutti modi,(ma i tecnici dell’ eni e quelli del qwait che sono i migliori al mondo sono stati interpellati? o la BP pensa ancora a non perdere il pozzo?) il disastro sara’ di proporzioni gigantesche,tutti i mari del mondo saranno toccati e inquinati dal petrolio, si alzera’ inevitabilmente il livello degli stessi mari con notevole conseguenze per le citta’ quasi sul livello del mare che verranno inondate,scompariranno molte specie marine, e’ uno dei disastri maggiori della storia petrolifera anzi e’ il maggiore,per quello che e’ successo la BP dovrebbe scomparire come minimo dalla storia delle compagnie petrolifere.Conoscete la legge del contrappasso? chi in vita ha eccesso per qualcosa in modo abnorme (cibo, potere, soldi, sesso, ecct.)sara’ annientato fino alla sua distruzione dallo stesso mezzo con cui ha eccesso.

  • mario c. scrive:

    1°si dovrebbe creare un annello di contenimento del petrolio che continua a sversare.Vi ricordate certe piscine di plastica gonfiabili?. Basta creare una struttura di gomma molto resistente una struttura a doppio toro sovrapposto, praticamente la forma di un 8,con un diametro di 2-3metri, sia nella parte superiore che inferiore. La parte superiore verrebbe gonfiata con una pressione adeguata, nella parte inferiore dell’annello a forma di 8 viene pompata acqua; in questo modo l’annello di contenimento a doppio toro ” 8 ” diventa un atollo galleggiante molto stabile anche con il mare grosso, con circa un kilometro di di diametro dentro il quale si puo raccogliere tanto petrolio e raccoglirlo in maniera più agevole con le tecnologie già esistenti, e si arresterebbe la continua dispersione in migliaia di kilometri quadrati di mare. Le barriere che vengono usate ora sono una soluzione naif, di ripiego che non risolve per nulla il problema ma magari dà tanti soldi a qualche piccola azienda… se serve, sono a disposizione per tutti i dettagli tecnici del progetto.

  • antonio scrive:

    quel tubo va chiuso come si chiude il tubicino di servizio dei motori dei frigoriferi domestici dopo aver ricaricato il freon bisogna stringerlo per strozzarlo con una grande troncatrice ad olio pneum.e dopo con l’attrezzatura che certamente non manca si puo’ addirittura saldare perche a monte hai annullato pressione ed esplosivita come si fa’ per i frigoriferi spero che questa idea potra’ essere , almeno presa in considerazione non ho trovato la e mail della societa’ bp ciao (siracusa)

  • maurizio scrive:

    Sono un tecnico e mi occupo di ideare e progettare soluzioni per risolvere diverse problematiche, pensando a ciò che è stato fatto credo sia veramente poco per un azienda di estrazione petrolifera che ha capitali enormi; e per quanto riguarda la sicurezza dovevano prevenire l accaduto con sistemi di sicurezza maggiori. Ma ora cerco di proporre le mie idee come tecnico sempre che non siano già state ideate e valutate da qualcun altro ma non si sa mai.
    La Bp sta concentrando gli sforzi cercando di recuperare la fuoriuscita di petrolio con una campana esile direi visto la profondità del mare e la lunghezza del tubo sul fondo marino che ha in diversi punti più perdite. Secondo il mio modesto parere di tecnico non ce nulla da inventare il segreto sta nel cercare più soluzioni contemporaneamente lavorando a cerchi si dice.
    Loro si stanno concentrando sull epicentro del pozzo ma credo sia nel frattempo corretto lavorare più all esterno in modo tale da non perdere tempo prezioso e creare una gabbia circoscrivendo la fuoriuscita nel raggio di circa 100 mt impiantando sul fondo tubolari di acciao in verticale come se fossero dei pali con uno scanso per accogliere delle lamiere d acciaio enormi che già esistono sul mercato e che son già pronte che saranno inserite a caduta per creare delle pareti divisorie in modo tale da isolare la zona di perdita ;il petrolio cosi sarà circoscritto e ingabbiato fino ad arrivare in superficie dopo andrà pompato dalle petroliere.Questo è il mio parere di tecnico, ma ora come cittadino qualunque dico io usare le bombe come fanno nel deserto per spegnere quando bruciano i pozzi ?? buttare dei macigni di pietra per otturare e seppellire il tubo??? COMUNQUE SPERO CHE LE IDEE PROPOSTE DA TUTTI NOI QUI VENGANO INVIATE AL SITO DELLA BP LETTE E VALUTATE NEL BENE DI TUTTI PERCHE IL PIANETA TERRA è UNO SOLO!!!!

  • Gianluca scrive:

    Ciao a tutti voi che vi impegnate e date consigli per questo gravissimo disastro, voglio dare anche io il mio piccolo contributo con un’idea, io ho pensato ad un mega telo che ha due fogli, tipo una fodera da cuscino con un foro centrale collegato da parte a parte dove sara collegato un bel tubo in tela flessibile che arriva alla superfice, a questo punto posizionare la parte centrale del telo tramite 4 robot (1 ad ogni angolo)dove c’è il foro e tubo sulla perdita, una volta posizionato iniettare delle resine o anche cemento, insomma un qualche cosa di pesante in qusta notra fodera che a sua volta si adagera ad ogni forma del tubo o cos’altro c’è li sotto e una volta asciutto potrebbe anche essere rinforzato e renderlo anche definivo come sistema, io ho fatto delle prove e funziona pefettamente!!!! Spero che la cosa si fattibile in qualche modo anche a quelle profondita’, io credo di si…..
    Ciao e buon lavoro a tutti..

  • gabriele scrive:

    si potrebbe copiare la natura degli abissi dove ci sono le falle dei vulcani attivi o l’ effetto della lava che scende a mare, che poi si solidifica:insomma circondare la falla di detriti e incendiare il petroil, le alte temperature e l’acqua dovrebbero calcificare.

  • Germano scrive:

    Una cupola da costruire sul posto, come un pozzo, fatto di anelli appoggiati uno sopra l’atro, poi una volta fissati in maniera da resistere alla pressione applicare la chiusura già completa di sistema di aspirazione.

  • AR 15/05/2010 scrive:

    La mia proposta è quella di inserire con una sonda nel tubo principale una sorta di palloncino (di opportuno materiale) rivestito di rete di acciaio aculeata in modo di aumentare l’attrito durante e dopo la fase di gonfiaggio, per una profondità adeguata in testa alla sonda dovra essere posizionato un martinetto idraulico in modo da bloccare il pallone. per ridurre la pressione di spinta del liquido sul palloncino si puo posizionare al suo interno un tubo flessibile collegato ad una cisterna.

  • AR 15/05/2010 scrive:

    +La mia proposta e quella di inserire nel tubo principale, con delle sonde e per una lunghezza idonea una sorta di palloncino(di opportuno materiale) sgonfio rivestito da una rete di acciaio aculeata (in modo di aumentare l’attrito durante e dopo il gonfiaggio) in testa alla sonda verrà posizionato un martinetto idraulico per bloccare il palloncino e per poi iniziare il gonfiaggio. Per ridurre la pressione di fuoriuscita si potrà inserire un tubo flessibile di sezione minore all’interno del palloncino e collegarlo direttamente ad una cisterna.

  • gaetano.m scrive:

    ovviamente la campana di plastica dovrà avere alla sua base una zavorra che riesca a mantenerla aperta e fissata quanto basta sul fondale.

  • gaetano.m scrive:

    una campana di materiale plastico di adeguata consistenza(tipo la borsa della spesa per intenderci)con condotta del medesimo materiale che raggiunga la superficie, potrebbe essere una vera soluzione, la flessibilità del materiale permetterebbe una facile e veloce realizzazione e posa in opera, risponde positivamente alle pressioni marine e convoglierebbe facilmente il petrolio verso la superficie.

    bella idea né.

  • Sergio bortoli scrive:

    Salve, ecco la mia proposta per bloccare la fuoriuscita del petrolio

    -Eseguire 2 fori nel tubo del petrolio, inserire unSergio perno che è collegato per mezzo di altri 2 perni ad un ” tappo” cilindrico( dotato di valvola) che chiude così il tubo .
    Si collega quindi il tappo ad un nuovo tubo che, aprendo la valvola, porta il petrolio in superficie

  • natali dino scrive:

    Se e’ possibile infilare il foro sul fondo da dove fuoriesce il petrolio ,si puo’ provare a infilarci un tubo con la collaborazione dei robot subacquei alla cui estremita’e’inserito un pallone gonfiabile tramite aria compressa inviata dalla superfice.
    inserito il tutto all’interno del pozzo si procede al gonfiaggio del pallone,che sviluppera’ una forza di risalita verso la superfice e poiche’ non potra risalire dal foro dal foro di entrata diventera’ un obbligato tappo di arresto della perdita.
    si deve prevedere una valvola di tenuta di pressione al fine di evitare lo sgonfiamentodel pallone
    il pallone gonfio di aria non avra’ nessun spostamento anche se dovesse in futuro diminuire la oressione all’interno del pozzo

  • NATALI DINO scrive:

    Si potrebbe applicare il meccanismo di arresto del liquido della cassetta del water.(leva-guarnizione -perno galleggiante).Calare e
    appoggiare sul fondo ai lati del foro di uscita del petrolio due blocchi di cemento di peso idoneo forniti di un foro passante affinche’vi possa essere inserito un perno metallico che li attraversi e che sia il fulcro di cerniera e di posizione di una lunga leva(braccio di una gru????) che possa avere collegato ad una estremita’ un serbatoio gonfiabile ad aria commpressa ed all’altra estremita’un adeguato tappo di otturazione ,credo che se il tappo e’ di materiale deformabile e di dimensione idonea si possa interrompere la perdita di petrolio.poiche’ il galleggiante di dimensioni adeguate puo’ contrastare enormi pressioni.
    se il mio sistema dovesse essere attuato ho una altra idea per la fasa successiva .
    P.S si puo’ prevedere un attacco nel tappo di otturazione per collegarci una tubazione x per convogliare il petrolio verso la superfice.

  • gabriele scrive:

    ragazzi non avete capito che dalla fuoriuscita del petrolio le sonde e i robot da immerssione non riescono ad individuare il tubo perchè la visibiltà è pari allo zero..io ho pensato che la soluzione possa risolversi creando un vortice nei pressi della perdita con un’elica di dimensione maggiori del comune,cosi il petrolio essendo un liquido piu pesante verrebbe attratto verso il centro e con un tubo di portata giusta aspirarlo dentro alle imbarcazioni. fermare la fuoriuscita è impossibile forse non sapete chè il petrolio sta all’interno a delle pentole a pressione naturali.. non state mettendo un coperchio alla pentola!!

  • stefano scrive:

    Normalmente per chiudere i pozzi ,quando non è possibile usare tipologie di contenimento con particolari calcestruzzi o resine cementizie idonee, si usa adottare il sistema esplosivo collocando piu’ cariche intorno alla base collettore del pozzo e poi farle esplodere per simpatia tramite un cantrale esplosivo da far brillare nel centro tubazione (purche ssi possa diminuire la pressione o a ridosso della tubazione questo fa ottenere sia la deformazione della tubazione e l’ostruzione per diversi metri del collo del pozzo , tale intervento puo’ essere fatto anche a grande profondita , previo calcoli riferiti alla pressione,temperatura,gastione degli esplosivi di tipo speciale e di idonei contenitori adatti alla collocazione e protezione dei materiali esplodenti, ho pero’ un mio pensiero che tale soluzione non faccia comodo alla BP che mi pare che tenti di salvare comunque il pozzo , dato che tale soluzione implicherebbe la perdita definitiva del pozzo stesso e dei milioni di dollari fino ad ora costati sia come beni che come vite.
    in caso contrario il disastro sarebbe di dimensioni BIBLICHE , credetemi
    stefano b. steiner

  • ivan scrive:

    buonasera mi chiamo ivan,secondo me la soluzione piu efficace potrebbe essere la seguente:
    inanzitutto bisogna capire se il tubo del pozzo si puo alzare procedendo con un taglio netto per l’inserimento di un tubo incamiciato ad un altro tubo lasciando delle aperture per tutta la circonferenza circa ad 1/4 e 3/4 della sua lunghezza. Nelle aperture si posizionano delle valvole in gomma gonfiabili ad alta pressione(tipo packer) per un ottima tenuta del tubo del pozzo ed il tubo inserito. Per evitare il congelamento, il pompaggio delle valvole viene fatto attraverso dell’olio miscelato con paraffina o metanolo.
    A questo punto si procede con delle aste filettate all’apice e coniche alla base (innesto maschio/femmina).
    in questo modo si crea una fuoriuscita naturale del greggio ,evitando sollecitazioni alla struttura dovute al pompaggio.
    Questo permette alla piattaforma di predisporre ed effettuare la perforazione di un pozzo vicino per diminuire la pressione data dalla spinta del greggio ed in un secondo momento smantellare la struttura provvisoria chiudendo la base della tubazione mediante una valvola sferica.
    Cordiali saluti

  • gianluca mancuso scrive:

    Penso che la falla piuttosto che chiuderla bisognerebbe aprirla tutta, il piu possibile. In questo modo il flusso del petrolio che uscirebbe sarebbe cosi forte da non disperdersi nei vari strati del mare, ma si concentrerebbe in superficie, creando un grosso strato di liquido addensato..di sicuro piu facile da raccogliere, magari con tessuti particolari.
    Il petrolio essendo di un peso specifico maggiore e uscendo in grosse quantita, verrebbe spinto sopra dalla pressione che esercita il mare in quelle profondita evitando cosi di distruggere i vari ecosistemi che si trovano negli strati del mare stesso,concentrandosi in superficie in maniera tale da poter essere raccolto.

  • Francesco scrive:

    La pressione a 1500 metri è tale da rendere difficile ogni tentativo di chiusura del pozzo. Secondo me, la soluzione più logica non è bloccare la fuoriuscita di greggio bensì isolare il fiume nero dal mare. Mi spiegho, un anello di acciaio del diametro do alcune decine di metri che funga da peso per potare sul fondo il tubolare di kevlar che farà da isolante. La natura farà il resto… L’anello con la manica si poserà intorno alla perdita, il petrolio che esce rimmarrà all’interno fino a quando raggiungerà naturalmente la superficie del mare. Qui troverà delle navi che dovranno solo risucchiarlo e raffinarlo.

  • mauro ronco scrive:

    basta semplicemente inserire nel pozzo stesso un’altro tubo di diametro inferiore ,della lunghezza esatta ,grazie a moduli avvitati o ad innesto o altro, per la fuoriuscita all’altra estremità del pozzo.all’estremità del ns nuovo tubo,un adeguato ombrello che si aprirà automaticamente appena fuoriuscito, grazie alla pressione stessa del petrolio, calcolatain bar inferiori alla resistenza delle molle di contrasto per l’apertura dell’ombrello.
    la nuova tubazione inoltre,oltre all’uso di spinta controcorrente per (l’ombrello),permetterebbe grazie a nuove valvole, una nuova gestione.

  • Francesco scrive:

    Salve mi chiamo Francesco sono un manutentore meccanico con 45anni di esperienza in oliodinamica avendo visto il vostro problema penso di aver capito come operare.

  • maurizio bonfante scrive:

    Una soluzione permanente relativamente semplice per tamponare definitivamente la fuoriuscita del greggio dal fondale marino, è quello di posizionarsi vicino alla falla di fuoriuscita del greggio, infilare un tubazione di una dimensione sufficiente per qualche decina di metri, (direttamente attraverso la faglia da cui fuoriesce il greggio) fino a quando arriva a una sacca, e al suo interno (della tubazione) ripiegato, contenente una sacca di KEVLAR (Il kevlar, detto anche twaron è una fibra sintetica polimerica, che a parità di peso è 5 volte più resistente dell’acciaio) della dimensione univoca al diametro della tubazione, e una volta inserita, viene gonfiata e riempita con iniezioni di resine poliuretanico ad espansione, la sua apertura e dispiegamento come un pallone seppur schiacciato per effetto delle resine, agirà da tappo, e impedirà qualsiasi fuoriuscita di greggio, dopo le varie fasi, il terminale della sacca serrato, verrà ancorato al fondale.merc.12/05/2010

  • Giancarlo scrive:

    secondo me attraverso un’esplosione con siluri lanciati da un sottomarino le macerie derivate da suddetta esplosione dovrebbe riuscire a chiudere la falla?Giancarlo

  • bruno scrive:

    la mia idea e di costruire una spugna non conosco le dimensioni della valvola per tanto dovrebe avere una dimensione sia in larghezza e in altezza che appogiata sul fondo deve coprire l’intera superfice, la parte superiore deve essere impermeabile e per appesantire devono essere applicate de cubi in ferro uniti fra loro con delle cerniere in modo che nel fondo prenda la giusta sagoma questo puo bloccare il flusso e dare tempo per altre soluzione. Bruno

  • Domenico scrive:

    Se si vuole continuare con il sistema della cupola, si deve creare una sorta di depressione all’interno della stessa, per creare una sorta di effetto ventosa sul fondo. Questo si può creare forando in più punti la struttura ed applicando dei tubi collegati a più pompe di aspirazione con potenze adeguate allo scopo.
    Si può adottare anche un metodo diverso, cioè calare una struttura a cupola, ma non chiusa, per capirci solo lo scheletro di acciaio. Questa struttura deve avere la capacità di guidare fino al centro del foro di fuoriuscita del greg. un tubo chiuso in testa e di materiale espandibile, fatto penetrare all’interno per diversi metri, si comincia a pompare acqua al suo interno a pressione elevata, per far gonfiare il tubo, che andrà a ostruire la falla.

  • giuseppe scrive:

    la mia idea, forse banale, è quella di circondare la zona con 7 -10 petroliere che con grosse idrovore da posizionare nelle vicinanze della/e falle risucchiano il petrolio che fuoriesce cosi da poter permettere di intervenire con mezzi appropriati per “tappare” il pozzo. Intanto il petrolio o almeno una parte verrebbe recuperato e non disperso.

  • rocco zerilli scrive:

    io costruirei un tassello rivestito di gomma che una volta inserito nel tubo ( o foro ) si possa bloccare meccanicamente con sistema ad espansione .

  • massimo scrive:

    L’idea della cupola è buona va solamente perfezionato. Provare ad Immergere dei tubi termici che possano stare caldi in maniera che il petrolio non possa congelare è in maniera che venga spinto in superfice senza proplemi.. X info (massimoboton@libero.it)

  • plozzer maurizio scrive:

    Una soluzione è quella di inserire nel tubo di aspirazione presente sulla cupola, un tubo da un pollice circa,con una serpentina di riscaldamento,isolato esternamente,che arrivi fino alla cupola,quindi viene pompata acqua bollente per sciogliere i cristalli formati, e poi mantenere tiepida la sommità della cupola.
    Il secondo sistema: Posizionate vicino alla falla di fuoriuscita del greggio,tre ancoraggi(blocchi in calcestruzzo) con carrucola, calati da tre navi con verricello. Il capo libero del cavo,viene agganciato in un tubo di aspirazione che viene trascinato sul fondo dai tre argani di posizionamento. Il tubo di aspirazione deve galleggiare leggermente,per cui gli si devono applicare a intervalli dei galleggianti.(bidoni indeformabili pompati a pressione).Nella parte terminale del tubo di aspirazione, dove sono agganciati i tre cavi di posizionamento,viene attaccata una cupola tipo ombrello o gonnellino,che viene mantenuta aperta dai tre cavi di posizionamento . Quando si raggiunge il fondo dell’oceano, si inizia ad aspirare acqua e greggio, basta che la cupola sfiori il fondo del mare,cosi si evitano schiacciamenti dovuti al troppo pompaggio di superficie, dove ci saranno le cisterne a recuperare il greggio e anche un po d’acqua.N.B. Se si vuole sigillare con il gonnellino il fondo marino, basta cambiare il gonnellino con uno a sacco,con alcuni fori di espansione,e immettere dalla superficie tramite un tubo flessibile collegato al tubo di aspirazione, del materiale tipo ghiaia o sabbia o limatura di ferro, e cosi ottenere una sigillatura e un ancoraggio perfetti. Distinti saluti e buona fortuna.
    Plozzer Maurizio — Sauris 11 maggio 2010.

  • Claudio Adamo scrive:

    Immergere una cupola pesante sul fondo il piu’ possibile vicino alla perdita.La cupola dovra’ essere formata da tanti fori collegati ad altrettanti per risucchiare quanto piu’ liquido possibile sino alla superfice.
    Non e’ la soluzione ma fintato che non si trova un metodo potrebbe limitare la quantita’ di petrolio immessa nel golfo.

  • antonello scrive:

    La soluzione cupola non e’ da scartare,le difficolta’ sono state la formazione di idrati nel condotto di aspirazione del petrolio e gas,gli idrati si formano ad una determinata temperatura e pressione,modificando questi valori si inibirebbe tale formazione,(parlo da perito chimico)la pressione e’ alquanto difficile da modificare a1500 metri sotto il livello del mare dato che e’ molto elevata,allora si potrebbe modificare la temperatura all’ interno della cupola ossia riscaldando con resistenze termostatiche la cupola stessa e portarla ad un a temperatura che dia fastidio la formazione di idrati,la seconda soluzione per inibire la formazione degli idrati e’ quella di far arrivare con tubazione collegata all’ interno della cupola solventi tipo metanolo che inibscono gli idrati e contemporaneamente aspirare ad alta pressione di pompa da altro raccordo il petrolio ed i gas

  • domenico scrive:

    oltre a questi tentativi sperate nell’aiuto Divino, dopo questo grave colpo inflitto alla Madre Terra chiedete la clemenza e l’aiuto affinche vi possa aiutare a chiudere la falla.

    Comunque questo grave danno si riperquoterà sull l’intera stabilità della Terra , Ne pagherete le conseguenze.

  • Sàntolo Cannavale scrive:

    Gulf of Mexico – Deepwater Horizon: uncontrolled release of oil
    I think the solution has to be agreed with the U.S. Navy. A submarine with a missile should hit the point of leakage of oil. The impact and the explosion would create a deep mass of sand and debris that closes the hole and block the uncontrolled loss of oil pollution.

    Golfo del Messico – Deepwater Horizon: fuoriuscita incontrollata di petrolio

    Credo che la soluzione sia da concordare con la marina militare USA. Un sottomarino dovrebbe colpire con un missile il punto di fuoriuscita del petrolio. L’impatto e l’esplosione in profondità creerebbe una massa di sabbia e detriti che chiuderebbe la falla e bloccherebbe la perdita incontrollata di greggio inquinante.

    Sàntolo Cannavale

  • marco scrive:

    inniettare resine poliuretanico ad espansione in modo da formare un “tappo” in esterno alla faglia.

  • Angelo Chiavotti scrive:

    L’idea della cupola è buona va solamente perfezionato.
    La cupola deve essere in grado di essere appesantita o collegata al fondo in modo da controbilanciare la pressione generata dal greggio in uscita.
    La cupola deve essere posizionata già collegata ad un tubo di acciaio in grado di portare il greggio in superficie ed essere travasato in una nave cisterna fin dall’inizio del posizionamento in modo da evitare l’accumulo di gas e petrolio all’interno e quindi la formazione di cristalli.
    La cupola può essere guidata sul pozzo tramite un robot sottomarino con sistemi di propulsione e visione adeguati a verificare il corretto posizionamento sul pozzo.
    Al momento l’intervento più veloce ritengo sia riportare in superficie la cupola togliere i cristalli e ricalarla sopra da una nave piattaforma per la trivellazione con già collegato un tubo di acciaio.

  • roberto scrive:

    Due ipotesi:La prima è quella di calare un tubo con un diametro appena superiore a quello del pozzo con montata in cima al tubo una valvola aperta. Infilato il tubo, saldarlo Oppure saldare precedentemente un flangia e poi flangiare il tubo e chiudere la valvola ( Non so se è possibile ha 1.500 MT di profondita ) La seconda Ipotesi è di infilare il tubo all’interno del pozzo e con la stessa modalita della flangia saldata precedentemente lo si accoppia Con il tubo ali’intero si puo montare anche un polmone che una volta dentro nel tubo del pozzo lo si puo gonfiare come tappo.Tipo quelli che si usano x tappare una tubatura a monte x eseguire dei lavori sulla tubatura a valle

  • Antonio Pancera scrive:

    Si dovrebbe costruire una enorme ‘pinza’ idraulica adeguatamente dimensionata e schiacciare il tubo sotto la perdita.