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Il capitano di Plastiki arriva a Sydney, ha attraversato il Pacifico su una barca di plastica

Scritto da Paolo Ferrante il 28.07.2010

Plastiki, la barca fatta di bottiglie di plastica - fonte Theplastiki.com

E’ proprio così: una barca fatta di plastica, o meglio, di bottiglie di plastica. Per la precisione 12.500 bottiglie costituiscono lo scafo di Plastiki, che dopo aver  percorso in 130 giorni la bellezza di 8.000 miglia nautiche, ha coperto la distanza tra San Francisco e Sydney, dove ha appena attraccato.

Lo scopo di questo viaggio è stato quello di aumentare la consapevolezza sui rischi della plastica e sulla pericolosità dell’enorme ammasso di plastica che compone la Chiazza di rifiuti del Pacifico (Pacific Garbage Patch). Il capitano della nave? Il giovane David de Rothschild, che dopo aver completato il viaggio ha detto di voler subito verificare i progressi fatti a terra nel risparmio energetico e nel riciclaggio dei materiali come la plastica.

Il punto fondamentale da capire quando si parla di plastica è che, essendo un materiale praticamente indistruttibile, una volta che viene rilasciato nell’ambiente continua a rimanerci per decine, centinaia di anni. Un piccolo pezzo di plastica, ad esempio una penna, verrà ereditato dall’ecosistema e rimarrà indisturbato e incorrotto per molte generazioni a venire, con effetti disastrosi per l’ambiente (un pesce che lo ingerisse potrebbe morirne, e così per molti anni a venire).

Durante il viaggio, l’equipaggio di Plastiki ha inviato messaggi per spingere le persone a ridurre il consumo di plastica. L’ambientalista David de Rothschild, che vive in Inghilterra, perlerà domani 29 luglio della sua esperienza sulla  barca di plastica all’Università di Sydney.

“Si tratta di ripensare i rifiuti nei termini di risorse,” ha detto de Rothschild, che parlerà di inquinamento degli oceani. “Abbiamo bisogno di muoverci dal semplice parlare del problema verso il tentativo di cercare soluzioni”.

David de Rothschild ha partorito l’idea per il viaggio dopo aver letto un dossier delle Nazioni Unite che si chiamava “Ecosistemi e Biodiversità nelle acque profonde”.

Plastiki è stata costruita quasi completamente di plastica, che ha fornito allo scafo il 68% della sua capacità di galleggiamento. La vela è stata fatta a mano utilizzando vestiti di PET e l’albero è un vecchio tubo d’alluminio per l’irrigazione.

De Rothschild sostiene che la spazzatura, e soprattutto la plastica, può essere strasformata in una risorsa economica che può contribuire a ridurre l’impatto umano sull’ambiente. “Gli scienziati stimano che ogni anno un milione di uccelli e centomila mammiferi marini e tartarughe muoiono quando entrano in contatto o ingeriscono oggetti di plastica”, aggiunge de Rothschild.

Per saperne di più sulle avventure di Plastiki, eccoil sito internet (in inglese): http://www.theplastiki.com

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