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Inquinamento: il piombo è arrivato in Antartide prima dell’uomo

L’esame delle carote di ghiaccio prelevate in Antartide rivelano che il drammatico impatto delle attività industriali del 19° secolo ha prodotto pericolosi livelli di piombo, che tuttora si mantengono elevati

Scritto da Leonardo Debbia il 31.07.2014

Dopo poco più di 100 anni da quando l’esploratore norvegese Roald Amundsen raggiunse per primo il Polo Sud, un team internazionale di scienziati, guidato da Joe McConnell, del Desert Research Institute di Reno, nel Nevada (DRI), ha dimostrato che l’inquinamento atmosferico indotto dalle attività industriali umane precedette l’arrivo dell’uomo in Antartide.

Utilizzando i dati provenienti da 16 carote di ghiaccio, raccolte da postazioni dislocate in punti diversi del continente antartico, tra cui anche al Polo Sud, il team di McConnell ha identificato con estrema precisione la data dell’inizio dell’inquinamento da piombo nel continente più meridionale della Terra.

La nuova documentazione, descritta in un articolo pubblicato nell’edizione online della rivista Natural Scientific Reports, copre un periodo di 410 anni, dal 1600 al 2010.

Antartide

“La nostra nuova documentazione dimostra il drammatico impatto delle attività industriali come la fusione, l’estrazione di minerali e di combustibili fossili che si ripercuote anche sulle parti più remote del pianeta”, afferma McConnell, autore principale della ricerca e direttore del Laboratorio Analitico del Ghiaccio del DRI.

 “E’ evidente che la contaminazione da piombo industriale era già diffusa in tutta l’Antartide dalla fine del 19° secolo, più di due decenni prima che i primi esploratori raggiungessero il Polo Sud”, aggiunge lo scienziato. “E’ quanto meno sorprendente l’idea che Amundsen e Scott abbiano viaggiato sulla neve che evidentemente era stata già contaminata dal piombo della fusione e delle miniere dell’Australia e che il tasso di quell’inquinamento fosse già alto come continuò ad essere successivamente”.

 “Il piombo è un metallo pesante, tossico, che danneggia seriamente gli ecosistemi”, afferma Paul Vallelonga, dell’Università di Copenhagen. “Mentre le concentrazioni misurate oggi nelle carote di ghiaccio sono comunque abbastanza basse, le documentazioni dimostrano che le concentrazioni atmosferiche e dei tassi di deposizione sono aumentate di circa sei volte alla fine del 1880, in coincidenza con l’inizio delle attività di estrazione a Broken Hill, nel Sud dell’Australia, e al processi di fusione nella vicina Port Pirie”.

Carote Antartide piombo

Quantità di piombo depositato nelle carote di ghiaccio in Antartide  dal 1600 al 2010. Le aree in blu indicano valori al di sotto dei 410 microgrammi all’anno: le aree in rosso, le quantità al di sopra.   E’ nettamente distinguibile l’inizio dell’Era industriale. (crediti: Desert Research Institute) 

Secondo gli autori, i tempi e l’entità delle variazioni della deposizione di piombo in Antartide, così come la caratteristica impronta isotopica di Broken Hill, che si presenta simile in tutto il continente, suggeriscono che questa sola fonte di emissione nel Sud dell’Australia è stata sufficiente da sola per essere responsabile dell’inizio dell’inquinamento da piombo in tutta l’Antartide verso la fine del 19° secolo.

“Le carote di ghiaccio ottenute tramite la collaborazione di altri Stati sono state fondamentali per un’operazione più completa e più vasta possibile con i dati di parti dell’Antartide spesso non accessibili agli studiosi statunitensi”, riconosce il co-autore Tom Neumann, del NASA Goddard Space Flight Center”.

I dati rilevati dal ghiaccio illustrano che le concentrazioni di piombo in Antartide hanno raggiunto un picco nel 1900 e sono rimaste elevate fino al 1920, con qualche calo durante la Grande Depressione e la fine della seconda guerra mondiale, quando ricominciarono ad aumentare rapidamente fino al 1975, rimanendo comunque su posizioni elevate fino al 1990.

Ora, le concentrazioni di piombo sono in diminuzione, pur mantenendosi quattro volte i valori delle epoche pre-industriali, nonostante i consumi mondiali di carburante prediligano la benzina senza piombo e le economie di alcuni paesi dell’emisfero sud siano divenute più sensibili verso queste tematiche.

“I nostri calcoli dicono che circa 660 tonnellate di piombo industriale sono state depositate sulle nevi del continente antartico nel corso di 130 anni”, afferma McConnell. “Il fatto che i valori di piombo rimangano così elevati, anche se in misura minore, è comunque un problema che non possiamo ignorare”.

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