L’ISPRA ha presentato ieri a Roma l’Annuario dei Dati ambientali del nostro Paese. L’Italia è un paese il cui territorio è a grave rischio idrogeologico, la cui aria è pericolosamente inquinata, nonostante sia diminuita la quantità di emissioni, sono presenti nell’aria che respiriamo livelli preoccupanti di sostanze pericolose.
E’ in aumento la superficie boscata, ma l’impatto industriale sull’ambiente è ancora molto consistente.Le acque dei nostri mari sono per la stragrande maggioranza balneabili tenendo conto dei valori limite stabiliti per legge.
A salvarci, in parte, dall’inquinamento da emissioni provenienti dai trasporti, è la congiuntura economica negativa. “Le stime provvisorie di emissioni di gas serra per il 2012 (aggiornate al 30 giugno 2013),” si legge infatti nel comunicato ISPRA, “pari a 464,55 milioni di tonnellate di CO2 equivalente, evidenziano un’ulteriore diminuzione del 5% rispetto al 2011, per il perdurare della congiuntura economica negativa, mostrando una riduzione complessiva rispetto al 1990 del 10,5%. La distanza dall’obiettivo del Protocollo di Kyoto si assottiglia sempre di più, tanto da consentire all’Italia di arrivare al traguardo con uno sforzo limitato, attraverso l’utilizzo dei crediti consentiti dai meccanismi del Protocollo stesso e dei crediti derivanti dalle attività forestali.”
Sono in aumento le superfici coperte da boschi: dal 28,8% nel 1985 al 36% del 2010. Il fenomeno è dovuto soprattutto all’abbandono nel settore agricolo. Ma i boschi, seppur in aumento, non sono affatto al sicuro:”La principale minaccia è oggi ancora rappresentata dagli incendi, il 72% dei quali, nel 2011, è risultato essere di natura dolosa, il 14% colposa e il restante 14% di natura dubbia.”
Nonostante l’aumento della presenza dei boschi “continuano a preoccupare gli effetti negativi sulla salute dell’uomo e sugli ecosistemi causati dalla presenza di sostanze pericolose nel suolo, nel sottosuolo, nei sedimenti e nelle acque sotterranee. Rilasciati, nel 2012, 13 provvedimenti di AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale): 1 raffineria, 3 centrali termoelettriche e 9 impianti chimici. Negli anni, il ricorso a questo provvedimento è fortemente cresciuto: gli impianti vigilati sono passati da 25 nel 2009 a 140 nel 2012, mentre quelli ispezionati da 5 nel 2009 a 76 nel 2012.”
Nel rapporto sono presenti anche valori relativi alla presenza di pollini: “I valori dell’Italia centrale, tendenzialmente sopra la media, risentono della forte presenza di cupressaceae che ne determinano anche i picchi di Firenze, Perugia e Castel di Lama; i valori del Nord sono, invece, più condizionati dai pollini di urticaceae e, nell’Arco prealpino, dalla spiccata biodiversità.”
Inquinamento dell’aria. Ed ecco i valori riguardanti la qualità dell’aria che respiriamo: I dati sono stazionari per quanto riguarda il biossido di azoto e il benzene, ma le cifre insoddisfacenti per quanto riguarda le PM10, il cui valore limite giornaliero è stato superato nel 48% delle stazioni di monitoraggio.
E inoltre: “Ozono oltre i limiti (obiettivo a lungo termine) nel 92% delle stazioni, mentre nel 20% di esse si è rilevato un superamento dei limiti annuali consentiti di biossido di azoto. Preoccupante il dato relativo al benzo(a)pirene i cui livelli, seppur misurati in un numero ancora troppo limitato di stazioni di monitoraggio (69), superano i valori consentiti nel 20% dei casi. “
Dissesto idrogeologico. “L’Italia ha un territorio particolarmente tendente al dissesto geologico-idraulico, sia per le proprie caratteristiche geologiche e geomorfologiche, sia per l’impatto dei fenomeni meteoclimatici oltre che per la diffusa e incontrollata presenza dell’uomo e delle sue attività.”, si legge nella nota di ISPRA che snocciola poi i dati. “Dal 1° novembre 2011 al 31 dicembre 2012, sul territorio nazionale, sono avvenuti 4.129 terremoti di magnitudo maggiore o uguale a 2, ed è sensibilmente aumentato il numero di quelli con magnitudo superiore a 5. Le frane censite sono circa 487.000 e interessano un’area pari al 6,9% del territorio nazionale. La popolazione esposta a fenomeni franosi ammonta a 987.650 abitanti. Nel 2012 sono stati censiti dall’ISPRA 85 eventi di frana principali sul territorio nazionale. È stato inoltre stimato che in Italia le persone esposte ad alluvioni sono 6.153.860.
“In Italia sono stati consumati, in media, 7 m2 al secondo per oltre 50 anni; oggi il consumo di suolo raggiunge gli 8 m2 al secondo. In pratica, ogni 5 mesi viene cementificata una superficie pari a quella del comune di Napoli e ogni anno una superficie pari alla somma di quelle dei comuni di Milano e Firenze.”