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La fauna selvatica ancora in declino nella zona si esclusione di Chernobyl a 25 anni dal disastro

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 02.08.2010

Ingresso nella zona di esclusione - fonte Wikipedia

Un nuovo studio della fauna selvatica nella zona di esclusione intorno al relitto della centrale nucleare di Chernobyl in Ucraina ha contraddetto precedenti relazioni in cui si affermava l’esplosione di vita selvatica nella zona.

Dopo uno studio di tre anni sul numero di animali nella zona, ricercatori francesi e americani hanno concluso che la radiazione nucleare dovuta al disastro nel 1986 continua ad avere un effetto negativo.

Nel riportare le loro scoperte nella rivista Ecological Indicator e riportate dalla BBC, il gruppo di ricerca ha detto che il censimento delle specie nella zona fornisce ulteriori prove che la contaminazione ha un “significativo impatto ” sulla biodiversità.

Tra il 2006 e il 2009 il team ha esaminato e contato la fauna selvatica – insetti, anfibi, rettili, uccelli e mammiferi – e ha confrontato l’abbondanza delle specie nella zona di esclusione con quella in altri tipi di habitat nelle aree limitrofe non contaminate.

“La verità è che gli effetti nocivi della contaminazione da radiazioni sono stati vastissimi e ci sono prove schiaccianti”, ha detto il professor Timothy Mousseau dell’Università di South Carolina.

Mousseau dice che gli effetti sono particolarmente evidenti negli uccelli – nelle rondini Barn, per esempio, in cui sono stati osservati tumori su piedi e collo e intorno agli occhi.

Il preteso ‘paradiso della fauna selvatica’ non c’è

Gli scienziati ucraini hanno criticato le conclusioni dello studio: essi infatti erano giunti a conclusioni opposte, dicendo che l’area stava diventando un rifugio per la fauna selvatica per l’assenza di interferenze umane.

Ma il professor Mousseau dice che tali prove sono “puramente aneddotiche”. “Questo è il primo documento che fornisce quantitative,  rigorose analisi che i mammiferi sono significativamente influenzati dalla contaminazione “, ha detto.

“Detto questo, non è una cattiva idea di istituire questo luogo come una riserva per la fauna selvatica – è un laboratorio naturale dove possiamo studiare a lungo termine le conseguenze di questo tipo di disastro ambientale”.

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