Quanto è efficace la conservazione delle fauna selvatica in Italia? L’ISPRA, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, in collaborazione con altre istituzioni, avvia un progetto per verificare quanto si fa nel nostro Paese per proteggere le specie in pericolo.
E’ la normativa europea ad obbligare l’Italia a tutelare alcuni ecosistemi e specie. L’ISPRA, che si avvarrà della collaborazione dell’ ATIt, Associazione Teriologica Italiana Onlus, della Societas Herpetologica Italica ( per rettili e anfibi, dell’Associazione Ittiologi Italiani d’Acqua Dolce (AIIAD) per i pesci, dell’Unione Zoologica Italiana e del Comitato Scientifico Fauna d’Italia , valuterà, sotto l’egida del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, ciò che è stato fatto per proteggere la fauna selvatica negli ultimi 6 anni.
In particolare il progetto intende verificare l’attuazione della direttiva europea che si chiama “Habitat” e che è relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche. “La Direttiva “Habitat”” spiega l’ATIt in un comunicato,”al momento è, insieme alla Direttiva “Uccelli” 79/409/CEE, uno dei capisaldi della
conservazione di specie e habitat in Italia. “
L’ATIt partecipa con due zoologi soci ATIt, il dott. Daniele Paoloni e il dott. Cristiano Spilinga, selezionati tra 12 candidati con solida esperienza nel campo della distribuzione, conservazione e monitoraggio dei mammiferi italiani e delle procedure di attuazione della Direttiva “Habitat”. I due ricercatori collaboreranno con i tecnici ISPRA nel verificare quali azioni sono state messe in campo negli ultimi sei anni per evitare “il degrado degli habitat naturali e degli habitat di specie nonché la perturbazione delle specie di importanza europea” come ad esempio l’orso bruno, il lupo, la lince, la lontra, i cetacei e molti pipistrelli.
I ricercatori si baseranno, per questa verifica, sui dati che le Regioni inviano al Ministero dell’Ambiente così come previsto per legge.
Il lavoro, è appena iniziato e si concluderà entro fine giugno con una relazione che verrà inviata al Ministero e alla Commissione Europea e sarà poi resa pubblica.