Nell’ultimo secolo le acque degli oceani sono cambiate. Il riscaldamento globale è in aumento, le temperature oceaniche crescono danneggiando le catene alimentari marine e l’azoto dei fertilizzanti sta causando le cosiddette “zone morte” costiere.
Un team di scienziati della McGill University, ha realizzato il primo studio globale sui cambiamenti che si sono verificati in una componente fondamentale della chimica dell’oceano, il ciclo dell’azoto, alla fine dell’ultima era glaciale. I risultati del loro studio confermano che gli oceani sono in grado di bilanciare il ciclo dell’azoto su scala globale. Ma i dati mostrano anche che si tratta di un processo lento che può richiedere molti secoli o addirittura millenni, sollevando perciò preoccupazioni sulla scala e sulla velocità dei cambiamenti in corso e naturalmente sui loro effetti.
“Per la prima volta siamo in grado di quantificare come gli oceani abbiano risposto per rallentare il riscaldamento climatico naturale quando il mondo riemerse dall’ultima era glaciale”, ha spiegato il Prof. Eric Galbraith del Dipartimento della McGill University, che ha condotto lo studio. “E ciò che è chiaro è che c’è una forte sensibilità al clima nel ciclo dell’azoto dell’oceano.”
Il ciclo dell’azoto è una componente chiave del metabolismo dell’oceano globale. Come le proteine che sono essenziali per la salute umana, l’azoto è cruciale per la salute degli oceani. E proprio come le proteine sono portate dal sangue e circolano attraverso il corpo, l’azoto nel mare è mantenuto in equilibrio da batteri marini attraverso un ciclo che mantiene l’oceano sano. Il fitoplancton (organismi microscopici alla base della catena alimentare) dell’azoto sta nelle acque basse e illuminate dal sole del mare, e poi quando muore e sprofonda, l’azoto viene eliminato, attraverso un processo noto come ‘denitrificazione’, nel buio, nelle zone povere di ossigeno delle profondità oceaniche.
Utilizzando sedimenti raccolti dal fondo dell’oceano in diverse aree del mondo, i ricercatori sono stati in grado di confermare che, quando il clima ha cominciato a scaldarsi e il ghiaccio ha cominciato a sciogliersi alla fine dell’ultima era glaciale, 18.000 anni fa, il ciclo dell’azoto marino ha iniziato ad accelerare il suo processo. L’oceano si era stabilizzato nel suo nuovo stato più caldo, in cui il ciclo globale dell’azoto correva veloce, circa 8000 anni fa. Ora il ciclo dell’azoto sta mutando a tassi drammatici e i ricercatori non sono sicuri di quanto tempo sarà necessario perchè gli ecosistemi marini riescano ad adattarsi.
“Stiamo cambiando il pianeta in una maniera di cui non siamo a conoscenza”, dice Galbraith. “Non si sarebbe creduto che immettere anidride carbonica nell’atmosfera avrebbe cambiato la quantità di azoto disponibile per i pesci nel mare, ma questo succede in modo chiaro. E’ importante rendersi conto di quanto tutto sia interconnesso”.