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Plastica nel Lago di Garda: sostanze cancerogene nella catena alimentare

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 08.10.2013

L’allarme plastica nell’oceano e nel nostro Mare Mediterraneo è già scattato. Rifiuti di grandi dimensioni, ma anche che di pochi millimetri, minacciano la vita degli ecosistemi e inquinano potenzialmente i pesci di cui ci nutriamo: risalgono quindi la catena alimentare. L’allarme, grazie ad una ricerca pubblicata su Current Biology, si estende ora anche ai laghi subalpini, e precisamente al nostro Lago di Garda.

A guardarlo sembrerebbe limpido, ma le indagini condotte dall’Università di Bayreuth in Germania, dimostrano che il Lago di Garda potrebbe essere contaminato da materiali plastici anche potenzialmente pericolosi. E il pericolo deriva oltre che dalla loro composizione, dalla dimensione millimetrica che consente alla plastica  di risalire la catena alimentare.

Lago di garda

“Accanto al fatto che le materie plastiche vengono ingerite perchè scambiate per cibo, molti prodotti chimici hanno dimostrato di essere cancerogeni o di essere dannosi per il sistema endocrino”, ha detto Christian Laforsch dell’Università di Bayreuth. “Inoltre, i polimeri possono assorbire tossici inquinanti e trasportarli in altri  habitat meno inquinati. Così i detriti di plastica possono fungere da vettore per specie aliene e malattie.”

I ricercatori hanno scelto il Lago di Garda come punto di partenza per indagare la contaminazione di acqua dolce da micro e macroplastica perché si aspettavano che fosse meno inquinata data la sua posizione subalpina. Perciò i risultati sono stati una sorpresa: il numero di particelle di microplastica nei campioni di sedimenti dal lago di Garda sono stati simili a quelli trovati negli studi di sedimenti marini sulla spiaggia.

Le dimensioni delle microplastiche hanno suggerito che essi potrebbero essere ingerite da organismi viventi nel lago. Infatti, i ricercatori hanno dimostrato che gli invertebrati di acqua dolce, dai vermi alle pulci d’acqua, hanno ingerito microplastiche fluorescenti in laboratorio.

L’esempio del Lago di Garda, in realtà è un campanello d’allarme per tutti i laghi. E le conseguenze dell’inquinamento da plastica non sono ancora del tutto note.

“La semplice esistenza di particelle di microplastica in un lago subalpino  suggerisce una rilevanza ancora maggiore di particelle di plastica nella acque di pianura”, ha detto Laforsch . Lo studioso raccomanda ulteriori ricerche e linee guida standardizzate di sorveglianza per il controllo della contaminazione da microplastica in ecosistemi di acqua dolce, come già richiesto per i sistemi marini.

Le cause di questo inquinamento sono naturalmente attribuibili all’uomo. Secondo gli studiosi infatti, a giudica dalle dimensioni, probabilmente si tratta di rifiuti grandi che si sono poi divisi in parti sempre più piccole rimanendo immersi nell’acqua. Contenere il problema, in teoria, sarebbe facile: la spazzatura va negli appositi contenitori e non per strada o in acqua. Ma l’avvertimento, seppur noto, non pare di facile realizzazione.

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  • Alberto Zazza scrive:

    mentre cammino vedo numerose scaglie di vetro. inquiniamo pensando di risolvere