E’ stata presentata al Comitato Valutazione di Impatto Ambientale della Regione Abruzzo dalla società Toto Holding la richiesta di poter realizzare 3 sondaggi preventivi di ricerca mineraria su terreni nelle vicinanze di Bussi per la realizzazione di una cava di enormi proporzioni. L’interesse di Toto è noto già da tempo, in quanto con la Finanziaria dello scorso anno erano già stati stanziati 50 milioni di euro – dirottati dal fondo per il terremoto – per la bonifica dell’area industriale oggi occupata appunto da Solvay, area la società Toto vorrebbe realizzare un cementificio dove lavorare il materiale eventualmente estratto dalla cava.
La cava sorgerebbe in un’area che serve al soddisfacimento dei bisogni idrici di circa mezzo milione di persone, in quanto, proprio a poche centinaia di metri dai tre sondaggi proposti dalla società Toto ci sono i pozzi che attingono alla falda acquifera che rifornisce di acqua potabile la città di Pescara e molti altri comuni della valle.
Augusto De Sanctis, del Forum Abruzzese dei Movimenti per l’Acqua, raggiunto al telefono si dice molto preoccupato della realizzazione della cava, ma anche soltanto dei tre pozzi di ispezione, in quanto questi metterebbero a rischio di contaminazione l’importantissima falda acquifera, già vittima dell’azione umana più a valle, dove l’area industriale è stata inquinata dall’attività della Montedison, che ha anche realizzato una discarica abusiva scoperta nel 2007 dal Corpo Forestale dello e per cui ci sono dei procedimenti giudiziari ancora in corso. Si tratta della tristemente famosa discarica Tremonti, scoperta nel marzo 2007 dagli agenti del corpo forestale dello Stato di Pescara.
All’interno di un’area di circa 40 mila metri quadri, situata nei pressi del polo chimico e a meno di 20 metri di distanza dalla sponda destra del fiume Pescara, migliaia di metri cubi di sostanze tossiche interrate furono rinvenute dai militari, ad una profondità di circa cinque-sei metri. Si tratta di 185 mila metri cubi di inquinanti come cloroformio, tetracloruro di carbonio, esacloroetano, tricloroetilene, triclorobenzeni, metalli pesanti, la più grande discarica d’Europa.
In particolare, lo stesso polo industriale, su cui dovrebbe sorgere un cementificio, è fortemente inquinato, per un totale di oltre 30 ettari di aree pesantemente contaminate.
Nell’estate successiva, il Commissario straordinario nominato nel frattempo per risolvere i problemi dell’immenso bacino idrico a valle della discarica, quello dell’Aterno-Pescara, Adriano Goio, fece chiudere per inquinamento alcuni pozzi che rifornivano l’acquedotto Giardino, lasciando a secco in piena estate circa mezzo milione di persone, a causa della presenza nell’acqua di pericolose sostanze inquinanti che provenivano proprio dalla discarica.
Tuttavia, “il progetto della società Toto per ora non sembra aver nulla a che vedere con la bonifica della discarica Tremonti – dichiara a Gaianews.it De Sanctis – in quanto le aree sono solo contigue”. Il mega progetto di realizzazione dell’immensa cava e successivamente di un cementificio servirebbe infatti solo a salvare circa 100 posti di lavoro nell’area di Bussi e all’eventuale bonifica dell’area interessata dal cementificio.
Premesso che nella relazione non si fa riferimento né al cementificio né alla bonifica, c’è da precisare che il costo di un cementificio è di diverse centinaia di milioni di euro e che ci sono già due cementifici nella Val Pescara, ormai chiusi, quello di Scafa e quello di Pescara. Sono quindi molti i dubbi sulla sostenibilità economica – nonché su quella ambientale in un’area per altro già molto provata da decenni di attività industriale e di abusi – di un ulteriore cementificio a qualche decina di chilometri dal cementificio chiuso di Scafa.