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Ridurre la povertà riducendo le emissioni di CO2 nei paesi in via di sviluppo è possibile

Scritto da Chiara Pane il 04.12.2010
Nicaragua, lezioni di risparmio energetico a Marshall Point - Foto: Università di Berkeley

Nicaragua, lezioni di risparmio energetico a Marshall Point - Foto: Christian Casillas, Università di Berkeley

Nei paesi in via di sviluppo, la riduzione delle emissioni di anidride carbonica spesso viene vista come un freno per la riduzione della povertà, poiché il miglioramento del tenore di vita è di solito associato con un uso maggiore di energia. I ricercatori dell’Università di California – Berkeley, attraverso un progetto di sviluppo che vede protagoniste le zone rurali del Nicaragua, hanno dimostrato tuttavia che l’impiego di energia pulita da parte dei paesi in via di sviluppo può contribuire non solo alla riduzione delle emissioni di anidride carbonica, ma anche ad incrementare lo sviluppo economico delle zone rurali, riducendo i costi energetici di queste ultime.

In un rapporto della rivista Science apparso nel numero della scorsa settimana, Christian E. Casillas, studente laureato presso l’Università di Berkeley e il professore Daniel M. Kammen hanno analizzato le fasi intraprese dal Ministero dell’Energia e delle Miniere del Nicaragua e dall’Organizzazione Non Governativa BlueEnergy per diminuire i costi dell’energia riducendo le emissioni di carbonio per una comunità di 172 famiglie dell’area costiera orientale del Nicaragua.

I villaggi di Orinoco e Marshall Point non sono raggiunti dalla rete elettrica nazionale e, dice Casillas, ricavano l’energia di cui hanno bisogno da generatori a diesel. Fino all’anno scorso, però, le case non avevano contatori di energia, e i costi venivano fatturati in base alle caratteristiche delle apparecchiature presenti. Questo, a detta di Casillas, ha incoraggiato l’uso indiscriminato di energia, con luci, televisioni e radio accese anche quando non venivano utilizzate.

Dopo che il governo ha installato i contatori, però, il consumo di energia è diminuito del 28%, e il costo delle bollette elettriche si è abbassato.

L’organizzazione non governativa blueEnergy, la cui sede amministrativa si trova a San Francisco, ha collaborato con il governo del Nicaragua intraprendendo una campagna di risparmio energetico che ha visto protagonisti i villaggi di Orinoco e Marshall Point. Agli abitanti sono state offerte lampade fluorescenti in cambio di quelle ad incandescenza. Questo programma in media ha ridotto il consumo energetico domestico di un ulteriore 17%. Il risultato netto è stato la riduzione dell’impiego di diesel, e considerando anche che la comunità ha ridotto i consumi e gli sprechi di energia, il fornitore locale di energia ha potuto far funzionare i suoi generatori due ore in più ogni giorno, fornendo quindi un servizio migliore ai clienti. Il mese successivo alla messa in atto della campagna di risparmio energetico, le bollette di energia elettrica delle famiglie del villaggio di Orinoco si sono ridotte del 37%.

“Quello che stiamo dicendo è che, se si vogliono ridurre le emissioni di anidride carbonica, le comunità rurali possono essere i primi luoghi in cui operare, proprio partendo da riduzioni seppur minime dell’utilizzo di carbonio,” ha detto Casillas, in quanto consulente di blueEnergy. Casillas ha aggiunto: “Comunità come quella presente in Nicaragua, alimentate da generatori a diesel, si trovano a migliaia in tutto il mondo, in particolare in India e Cina. Questi generatori, la cui affidabilità è discutibile, comportano emissioni elevatissime di anidride carbonica e costi energetici molto alti. Con la realizzazioni di micro reti, il cui obiettivo primario sia quello di migliorare l’accesso ai servizi energetici per quelle comunità, permetterebbe sia una riduzione delle emissioni di anidride carbonica, che un vantaggio economico in termini di investimenti, rispetto alle città dove il costo dell’energia è più basso.”

“Ci auguriamo che questo lavoro possa generare un’ondata di sforzi rivolti alla riduzione dell’utilizzo di carbonio per quelle comunità spesso ignorate e lasciate fuori dall’utilizzo delle energie moderne. Bisogna creare le condizioni tali affinché queste comunità siano in grado di elaborare propri obiettivi di sviluppo locale, e bisogna creare gruppi di lavoro che elaborino soluzioni al problema dell’accesso alle risorse energetiche” afferma Kammen, distinto professore dell’Università di Berkeley, che è attualmente in servizio come capo tecnico specialista per le energie rinnovabili e l’efficienza energetica presso la Banca Mondiale.

I ricercatori hanno utilizzato uno strumento economico chiamato costo marginale di abbattimento (MAC), ovvero una curva che analizza il consumo di energia nella comunità ed in grado di individuare le aree in cui gli investimenti permetterebbero di risparmiare più energia e più denaro. Casillas aggiunge: “lo strumento, reso popolare dalla società globale di consulenza e gestione McKinsey & Company, è stato in genere utilizzato su scala globale o su di un intero paese, ma non per valutare i risultati di piccole comunità”.

Il più economico fra gli investimenti è risultato essere quelle adottato dal governo del Nicaragua e dalla blueEnergy. Il progetto prevede un ulteriore risparmio energetico e altre diminuzioni dell’utilizzo di carbonio, sempre elaborando misure semplici, come una più efficace illuminazione pubblica e l’uso di biogas e turbine eoliche. Casillas continua: “Il vantaggio di questa curva per le amministrazioni locali riguarda la possibilità offerta a queste ultime di poter mettere in atto l’investimento meno costoso e di sapere l’effettiva riduzione delle emissioni di anidride carbonica ottenuta grazie all’investimento. Questo permette loro di conoscere, con i limitati fondi a disposizione, come ottenere l’investimento più vantaggioso.”

Kammen conclude dicendo: “Questo documento presenta un quadro teorico e analitico che apre una porta nuova, un’opportunità per le aree rurali e per le periferie delle aree urbane! Riconoscendo, inoltre, i benefici finanziari dell’utilizzo integrato del carbonio e delle energie rinnovabili nel migliorare l’accesso alle risorse energetiche, nella protezione del clima e nello dello sviluppo economico dei paesi in via di sviluppo.”

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