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Salvare gli oranghi in Asia potrebbe anche ridurre le emissioni di anidride carbonica

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 09.09.2010

Indonesia e Malesia hanno intensificato gli sforzi per proteggere la grande scimmia simbolo dell’Asia, l’orango. Ma salvare “l’uomo della foresta”, in grave pericolo d’estinzione, può anche aiutare a combattere il riscaldamento globale.

Oranghi in Malesia. Foto: VOA - R. Corben

Centro di riabilitazione Sepilok in Sandakan, Malesia. Sotto un baldacchino verde nello stato di Sabah, Malesia, i turisti possono guardare come oranghi vengono alimentati. Foto: VOA - R. Corben

Il centro di riabilitazione di Sepilok permette ai turisti di osservare gli oranghi – “chiamati da queste parti gli uomini della foresta” – da una piattaforma panoramica nella giungla.

“E’ meraviglioso vedere un animale selvatico così da vicino. E’ una grande emozione”, ha detto Loula Patmora, dall’Italia. “E’ veramente incredibile vederli. Il centro di riabilitazione è un grande progetto, perché è molto importante dare un futuro a questa specie”.

La portavoce del Centro, Jennifer Pitt, dice che il turismo fa conoscere alla società civile gli sforzi che vengono fatti ogni giorno per proteggere queste scimmie.

“Il messaggio principale è creare una consapevolezza generale sulla difficile situazione dei orangutan”, ha detto Pitt. “Sono animali incredibilmente minacciati dal rischio di estinzione ed è un problema che tutti devono conoscere.”

Il veterinario Jason Parker dice che la maggior parte delle 200 scimmie giovani presenti nel centro sono state abbandonate e soccorse nelle piantagioni di palme da olio.

“Lo scenario abituale è che un giovane orango – 1-2 anni – viene separato dalla madre per qualsiasi motivo – inondazioni, madri uccise a colpi di fucile, oppure accade che, talvolta, il cucciolo viene trovato letteralmente da solo tra i campi”, ha detto Parker.

Conservazione della foresta

Il centro aiuta le scimmie ad imparare a vivere nella foresta come farebbero le madri naturali, che possono tenere con loro i figli fino agli 8-9 anni. Quando sono più grandi, vengono trasferiti in riserve più isolate, dove vengono controllati i loro comportamenti per verificare se riescono ad adeguarsi al loro nuovo ambiente.

Gli oranghi sono nativi del Borneo, che è diviso tra Malesia, Indonesia e Brunei, e dell’isola di Sumatra in Indonesia. Le scimmie possono arrivare a pesare oltre 100 kg e vivono nella giungla, passando da un albero all’altro in cerca di cibo. In particolare, i loro piedi non sono fatti per camminare sul terreno dei campi strappati alla foresta, ma per aggrapparsi ai rami.

Stime  conservatrici parlano di circa 62.000 orangutan che vivono allo stato selvatico. Ma i numeri sono in calo da oltre un secolo. In primo luogo a causa della caccia da parte di tribù indigene e colonialisti europei, e ora perché la giungla viene abbattuta per il legname e per far crescere una speciale palma, il cui olio è utilizzato negli alimenti, nei cosmetici e in alcuni combustibili.

Amy de Boer, un volontario australiano del centro, dice che la deforestazione in Sabah è la preoccupazione principale se si vogliono salvare gli oranghi.

“In pratica l’olio di palma e il disboscamento illegale delle foreste pluviali sono le cause principali”, ha detto de Boer. “Guardando la mappa di Sabah e delle aree di foresta pluviale protetta, ci si accorge che ne è rimasta una parte davvero piccola. Tutti gli animali della foresta al momento sono in competizione per lo spazio e per il cibo, quindi è un problema veramente grande.”

Gli esperti dicono che ormai da troppo tempo le leggi di compensazione per limitare la distruzione della foresta sono deboli e scarsamente applicate.

Ma nuovi sforzi sono stati fatti per proteggere la giungla e gli oranghi, che possono beneficiare delle azioni per limitare il riscaldamento globale.

Il taglio della giungla emette gas serra come l’anidride carbonica nell’atmosfera. Gli esperti di clima dicono che questi gas contribuiscono al riscaldamento globale, mentre lasciare intatte le foreste ridurrà le emissioni per il meccanismo della fissazione del carbonio.

Tra gli altri sforzi per ridurre le emissioni, l’Indonesia ha imposto una moratoria di due anni sui nuovi progetti per trasformare le foreste e torbiere in piantagioni. In Malesia, il personale del centro per gli orangutan dice che le recenti leggi per proteggere le foreste sono state applicate e sembrano essere di aiuto. E c’è un nuovo piano delle Nazioni Unite per aiutare finanziariamente i Paesi a preservare le loro foreste, aiutando le comunità a sviluppare le loro economie senza tagliare gli alberi.

Proteggere chi è minacciato

Giovane maschio di orango. Foto VOA - R. Corben

Giovane maschio di orango. Foto VOA - R. Corben

Ma Damayanti Buchori, direttore di The Nature Conservancy in Indonesia, dice che le preoccupazioni restano. La moratoria sulle piantagioni in Indonesia, che inizia a gennaio, è una misura tampone.

“Siamo ancora preoccupati che da qui alla fine dell’anno ci possa essere  la perdita record dell’habitat di questi animali, in quanto la gente sta cercando di accaparrarsi più terreno possibile nel tempo rimasto da qui a fine anno”, ha detto Buchori. “Ed inoltre, cosa accadrà tra due anni,  quando la moratoria sarà finita?”

Lo sforzo per salvare gli orangutan è diventata centrale nel dibattito sullo sviluppo economico e sul cambiamento climatico.

Ma almeno qui, al centro di riabilitazione Sepilok, coloro che lavorano per salvare le giovani scimmie da morte sicura dicono che i funzionari indonesiani e malesi stanno prendendo misure per ridurre le emissioni globali di carbonio e per salvare una delle specie maggiormente minacciate dell’Asia, l’orango.(fonte VOA)

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  • anna casu scrive:

    Ciao , sono Anna da Milano, Italy , vorrei sapere se presso il centro di riabilitazione di Sepilok o altro, che io ho avuto la fortuna di visitare qualche anno fa, esiste la possibilità di fare del volontariato sul posto.
    Saluto cordialmente
    anna casu