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Scoperto fiume subacqueo di spazzatura nel Tamigi: minaccia la fauna selvatica

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 04.01.2014

 Un fiume di spazzatura in uno dei fiumi più famosi d’Europa. E’ quello che hanno scoperto gli scienziati della Royal Holloway, University of London e del Museo di Storia Naturale. 

Una grande quantità di plastica è depositata e si muove nel fiume che attraversa Londra e potrebbe rappresentare una seria minaccia per la fauna selvatica non solo del fiume Tamigi, ma anche per il Mare del Nord dove il fiume sfocia. i risultati della ricerca sono stati pubblicati sul Marine Pollution Bulletin.

Gli scienziati hanno fatto la scoperta mentre erano intenti a catturare una specie di granchio. Con sgomento in 3 mesi di ricerca sono riusciti a raccogliere più di 8000 pezzi di plastica, dalle fonti più varie. Pacchetti di sigarette, involucri alimentari, ma soprattutto, per un quinto, prodotti sanitari.

Plastica nel Tamigi

Plastica nel Tamigi

Il dottor Dave Morritt co- autore dello studio, ha spiegato: “L’aspetto singolare dello studio è che queste reti sono originariamente progettate per intrappolare pesci e granchi e si spostano lungo il letto del fiume, in modo che abbiamo potuto vedere che la maggior parte di questi rifiuti è nascosta sotto la superficie. Questi residui subacquei devono essere presi in considerazione quando calcoliamo la quantità di inquinamento che entra nei nostri fiumi e nei nostri mari, senza prendere in considerazione  solo quegli elementi che possiamo vedere in superficie e che arrivano a riva. I potenziali impatti che questi rifiuti  potrebbero avere sulla fauna selvatica sono di vasta portata: non solo le specie che vivono dentro e intorno al fiume sarebbero colpite, ma anche quelle nei mari che i fiumi alimentano”.

I rifiuti raccolti per lo studio sono solo una piccola istantanea del volume di rifiuti che può esistere depositato nella parte inferiore del Tamigi. I sacchetti di plastica e altri oggetti di grandi dimensioni probabilmente non si impigliano nelle piccole reti perciò la vera portata del problema è ancora sconosciuta.

Il dottor Paul Clark, ricercatore presso il Museo di Storia Naturale e co- autore dello studio ha detto: “Tutti questi rifiuti, che erano per lo più di plastica, erano nascosti sott’acqua di modo che i londinesi probabilmente non si rendono conto che quella plastica può avere un impatto negativo sulla vita sottomarina. I piccoli pezzi possono essere ingeriti. I detriti si muovono su e giù per il letto del fiume a seconda delle maree. Il movimento fa sì che i pezzi di plastica si frammentino in pezzi più piccoli. Tanto piccoli da essere ingeriti dagli animali più piccoli , che sono a loro volta mangiati dai pesci più grandi e dagli uccelli. Una volta digerita, la plastica può rilasciare sostanze chimiche tossiche che vengono poi passate attraverso la catena alimentare. Queste sostanze chimiche tossiche, in dosi elevate, possono nuocere alla salute di fauna selvatica.”

 

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