Foto Marc Nadon
Negli ultimi trent’anni le popolazioni di molti squali sono state decimate a causa della pesca sia mirata alle pinne sia ad altre specie, oltre ovviamente alla pesca sportiva.
Finora però non c’erano dati che quantificavano la perdita per alcune popolazioni del Pacifico.
Sulla rivista Conservation Biology sono stati ora pubblicate le stime della perdita di squali grigi del reef nell’Oceano Pacifico.
I numeri riguardano le zone attorno a 46 isole del pacifico, sia quelle più incontaminate si quelle più impattate dalle azioni umane.
Numeri preoccupanti
“Stimiamo che il numero di squali grigi del reef sia diminuito sostanzialmente intorno alle isole popolate, in genere di oltre il 90 per cento rispetto a quelle della maggior parte delle barriere incontaminate”, ha detto Marc Nadon, autore principale dello studio e ricercatore presso il Joint Institute for Marine and Atmospheric Research (JIMAR) dell’Università delle Hawaii. “Sostanzialmente, le persone e gli squali non si mescolano.”
La stima è stata condotta con un metodo innovativo nel quale dei sub registrano gli avvistamenti di squali mentre sono trainati dalle barche. Il metodo si chiama “towed-diver surveys”.
Foto P. Ayotte
“Questo metodo è fondamentale per quantificare l’abbondanza di questi squali” ha affermato Ivor Williams, capo del team responsabile per queste indagini. “A differenza di altri metodi di censimento subacquei, che sono svolti tipicamente a una scala spaziale insufficiente a contare adeguatamente grandi specie mobili, queste indagini hanno permesso ai nostri scienziati di registrare rapidamente i numeri di squali su ampie aree.”
Il team ha messo insieme i dati di oltre 1.600 avvistamenti subacquei con le informazioni sulla popolazione umana, la complessità degli habitat e i dati derivati dal satellite sulla temperatura della superficie del mare e la produttività oceanografica.
I modelli hanno mostrato l’enorme effetto negativo che gli esseri umani hanno sugli squali di barriera.
“Intorno a ciascuna delle aree densamente popolate che abbiamo indagato – nelle isole principali, l’arcipelago delle Hawaii, e l’arcipelago delle Mariannne e le Samoa – il numero di squali grigi è diminuito molto rispetto alle altre regioni che erano semplicemente più lontane dagli esseri umani.” ha spiegato Nadon. “Si stima che nelle zone abitate resti meno del 10% dei numeri iniziali.”
Come tutti i pesci, gli squali di barriera sono influenzati dal loro ambiente. Gli squali hanno bisogno di una temperatura piuttosto calda e di un ambiente produttivo. “Eppure il nostro studio dimostra chiaramente che le influenze umane ormai superano di gran lunga quelle naturali” ha detto Julia Baum.
“Il modello con numeri molto bassi di squali vicino alle isole abitate è stato straordinariamente omogeneo, indipendentemente dalle condizioni oceaniche o dalla regione”, ha aggiunto Williams.
“I nostri risultati sottolineano l’importanza del monitoraggio a lungo termine attraverso gradienti di impatti umani, biogeografici, e delle condizioni oceaniche, per capire come gli esseri umani stanno alterando i nostri oceani”, ha concluso Rusty Brainard, capo della divisione del Coral Reef Ecosystem Division del NOAA’s Pacific Islands Fisheries Science Center, che ha condotto le indagini.