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Zone morte nelle acque del Golfo del Messico minacciano mercato della pesca

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 25.06.2012
Nelle acque del Golfo del Messico si evidenziano e sono misurate tutti gli anni delle zone ipossiche, o zone morte (dead zones). Sono zone in cui il livello di ossigeno è talmente basso da non consentire  la vita degli ecosisemi marini sopratutto in acque profonde e vicino ai fanodali. Quest’anno due modelli previsionali differenti predicono una zona morta nel Golfo del Messico che varia da 3100 chilometri quadrati a 16,100 chilometri quadrati. Le zone ipossiche sono un grave minaccia al mercato della pesca sia commerciale che ricreativa.
Una zona può diventare ipossica a causa dell’eccessiva quantità di  sostanze nutritive che vengono rilasciate nell’acqua come resti di attività umane in combinazione con altre cause che possono non essere  dipendenti dall’uomo.

La previsione che riporta una zona meno estesa, che copre una superficie leggermente più grande dello stato del Rhode Island, viene dagli studi dei ricercatori dell’Università del Michigan. Il loro risultato si basa sui dati delle sostanze immesse nel fiume Mississippi la primavera scorsa  che sono più bassi della media a causa della siccità dell’anno scorso.

La previsione che riporta una zona più estesa, l’equivalente di un’area delle dimensioni dello stato del Connecticut, è il risultato delle ricerche  del Louisiana Universities Marine Consortium e della Louisiana State University . Il modello di previsione della Louisiana prende in considerazione gli apporti di nutrienti dell’anno precedente, che possono rimanere nei sedimenti del fondale e tornare in circolo l’anno successivo. L’alluvione dello scorso anno, seguita dai bassi flussi di quest’anno, hanno aumentato l’influenza di questo “effetto trascinamento” sulla previsione di questo  secondo modello.

Nel maggio scorso la portata dei fiumi Mississippi e Atchafalaya era quasi la metà di quella normale. Ciò ha comportato una riduzione della quantità di azoto trasportato dai fiumi nel Golfo. Secondo le stime dell’USGS, 58.100 tonnellate di azoto (sotto forma di nitriti più nitrati) sono stati trasportati  nel maggio 2012 dai fiumi Mississippi e Atchafalaya a nord del Golfo. La quantità di azoto trasportato  è stata inferiore alla media degli ultimi 33 ani del 56 per cento.

L’anno scorso la  zona ipossica è stata di 8100 chilometri quadrati. La zona ipossica più grande mai registrata è stata di 10.050 chilometri quadrati nel 2002.

Jane Lubchenco, sottosegretario al Commercio per gli oceani e l’atmosfera e amministratore del NOAA ha dichiarato “Indipendentemente dalla dimensione della zona morta, non dobbiamo perdere di vista la continua necessità di ridurre il flusso di nutrienti nel fiume Mississippi, e quindi del Golfo.”

“Queste previsioni sono il prodotto di decenni di ricerca, monitoraggio e modelli su come le decisioni che prendiamo nel bacino di drenaggio  del Mississippi e dei suoi affluenti si traduce nello stato  della zona costiera del Golfo del Messico”, ha detto il direttore dell’USGS  Marcia McNutt, “Confrontare la attuale zona ipossica con le previsioni aiuterà gli scienziati a comprendere meglio i dati già raccolti su questo complesso sistema terra-mare, e, infine, creeranno  migliori opzioni per salvaguardare e aumentare la produttività degli ecosistemi.”

La dimensione effettiva della zona ipossica del 2012 sarà dichiarata a seguito di un’apposita indagine.

La media delle acque colpite negli ultimi cinque anni è di circa 7182 chilometri quadrati, molto più grande rispetto ai 2274 chilometri quadrati, che è l’obiettivo fissato dalla Gulf of Mexico/Mississippi River Watershed Nutrient Task Force.

Le zone ipossiche sono una minccia per l’economia legata alla pesca sia commerciale che ricreativa. Nel 2009, il valore della pesca commerciale nel Golfo è stato di 629 milioni di dollari. La pesca ricreativa ha invece contribuito per  circa 10 miliardi di dollari sull’economia del Golfo.

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