Sale la protesta in Russia, mentre si parla di almeno 100 arresti a San Pietroburgo legati alle manifestazioni contro le votazioni di domenica, su cui si aggira l’ombra di numerosi brogli e irregolarità. Un alleato inaspettato a chiedere addirittura la ripetizione del voto è stato oggi l’ultimo leader dell’Unione Sovietica, Mikhail Gorbaciov.
Gorbaciov ha infatti detto oggi che le elezioni di domenica sono state ingiuste, e chiede alle autorità di tenerne di nuove.
Ha detto all’agenzia di stampa russa Interfax che “la leadership del paese dovrebbe ammettere che ci sono state numerose falsificazioni del voto e che i risultati annunciati non riflettono la volontà del popolo”.
L’ex presidente dell’URSS, che ha compiuto quest’anno 80 anni, ha aggiunto che “ignorare l’opinione pubblica può screditare l’autorità e destabilizza la situazione”.
Nel 1990 Gorbaciov ha vinto il Nobel per la Pace in quanto promotore della perestroika, cioè lallentamento della pressione e del controllo sovietico sull’Europa Orientale. Ma l’anno dopo c’è stato il tentativo di colpo di stato e il crollo dell’Unione Sovietica, un atto che molti russi giudicano ancora molto negativamente come un errore strategico.
Ma il basso livello di popolarità di Gorbaciov non è bastato alle autorità per evitare che le dichiarazioni dell’ex leader finissero sulle agenzie e in TV.
Intanto oggi Mosca è stata presidiata da elicotteri della polizia e da camionette allineati nelle piazze,mentre 50.000 poliziotti pattugliavano le strade e funzionari della sicurezza hanno detto che 550 persone sono state arrestate a Mosca la sera prima. I canali televisivi statali non hanno riportato una parola di tutto questo.
Intanto è giunta la notizia che anche a San Pietroburgo la polizia russa ha arrestato un centinaio dei circa 250-300 manifestanti che si sono riversati in piazza per protestare contro i presunti brogli elettorali di domenica.
I manifestanti stavano manifestando pacificamente sulla Prospettiva Nevski.