Ricercatori dell’Università di Bologna hanno effettuato un’importante scoperta sui buchi neri, anche attraverso una simulazione nel centro di calcolo CINECA di Bologna. Quello che hanno osservato è che i buchi neri riescono a bloccare la nascita di nuove stelle. La ricerca verrà pubblicata sulla rivista di astronomia della Royal astronomical society britannica.
I tre ricercatori dell’Università di Bologna, Massimo Gaspari, Fabrizio Brighenti, Annibale D’Ercole, hanno realizzato delle simulazioni al computer che mostrerebbero che in presenza di buchi neri non si formerebbero stelle nuove addirittura nell’intero ammasso galattico.
Secondo i nuovi dati estratti dalla simulazione, i buchi neri, oltre ad attrarre luce e materia dalle stelle vicine, diffondono potenti fasci di radiazioni e gas a milioni di anni luce di distanza e ad ad altissima velocità, impedendo la formazione di nuovi aggregati stellari perché la materia non riuscirebbe a solidificarsi.
Come’è andata. Gli astronomi si sono concentrati su grandi ammassi galattici, che contengono migliaia di galassie e sono considerati gli oggetti più grandi del cosmo. Al centro di questi ammassi si trova solitamente una galassia gigante o un enorme buco nero. Questo, secondo le attuali teorie, avrebbe dovuto permettere la formazione di nuovi astri a causa della presenza di enormi nubi gassose. Ma le osservazioni degli ultimi 10 anni non corrispondevano a questa ipotesi.
I ricercatori di Bologna hanno quindi cercato di sviluppare un modello che potesse tenere conto di questo fatto. E i risultati sono arrivati. I buchi neri possono effettivamente inibire, secondo il modello, la formazione di nuove stelle a grande distanza, a causa dei getti di gas ad altissima energia che proiettano per milioni di anni luce, riscaldando e impedendo alla materia di condensare.
La ricerca continuerà ora sui computer, ancora più potenti, del Centro Nasa di Mountain View, in California.