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Carenza di Terre Rare può limitare lo sviluppo di fotovoltaico e eolico in Europa

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 11.11.2011

Le tecnologie a bassa produzione di carbonio (nucleare, solare, eolica, bioenergia) le tecnologie per la  cattura e lo stoccaggio del carbonio e le reti elettriche hanno bisogno,per essere costruite, di materiali chiamati Terre Rare.

Questi materiali sono ottenuti da una particolare lavorazione che attualmente viene eseguita per la stragrande maggioranza in Cina. Per problemi relativi alle politiche di importazione e alla crescita della domanda potrebbe essere che alcuni di questi materiali diventino carenti.

Gli scienziati del Joint Research Center della Commissione Europea hanno condotto uno studio per capire se queste carenze potrebbero creare rallentamenti nella diffusione delle tecnologie a bassa emissione di carbonio.
Il risultato ha portato gli scienziati ad affermare che 5 metalli (tellurio, indio, gallio, neodimio e disprosio) hanno un alto rischio di diventare carenti con particolare rilevanza per le tecnologie di produzione di energia eolica e fotovoltaica.

Analizzando la domanda media annua per i metalli fino al 2020 e al 2030 e rispetto al rispettivo volume di produzione globale nel 2010, sono stati identificati 14 metalli , che richiederanno l’1% o più (e in alcuni casi, molto di più) della fornitura mondiale di corrente all’anno per essere prodotti. Questi 14 metalli, in ordine di calo della domanda, sono tellurio, indio, stagno, afnio, argento, disprosio, gallio, neodimio, cadmio, nichel, molibdeno, vanadio, niobio e selenio.

I 14 metalli sono stati poi esaminati in modo più dettagliato in termini di rischio di soddisfare la domanda prevista analizzando la probabilità di rapida crescita della domanda globale in futuro,  la concentrazione dell’offerta e i rischi politici associati con i fornitori chiave. In particolare, questi fattori sono particolarmente applicabili al fotovoltaico, dove, con l’utilizzo di nuove tecnologie ci sarà un aumento della domanda di tellurio (fino a 48 %), indio (fino al 32%) e gallio (circa 8%).

Per l’energia eolica si pone lo stesso problema del fotovoltaico in relazione però ad altri due metalli, cioè  il neodimio e il disprosio (entrambi metalli delle terre rare) per i quali la  richiesta risulterebbe, con le innovazioni tecnologiche, di circa il 4% della offerta mondiale attuale.

Il rapporto ha valutato anche le varie possibilità per mitigare il disagio: la produzione primaria in Europa e la separazione del sottoprodotto , favorendo il riutilizzo, il riciclaggio e la riduzione dei rifiuti, ed esaminando il loro potenziale di sostituzione.

Va infine ricordato che l’estrazione e la lavorazione di questi materiali ha un alto impatto ambientale.

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