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Chernobyl: ancora rischio incendi radioattivi

Dopo trent'anni il disastro nucleare di Chernobyl rappresenta ancora una minaccia: le radiazioni influiscono sull'ecosistema aumentando la probabilità di incendi radioattivi

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 21.03.2014

Il disastro nucleare di Chernobyl avvenne nel 1986. Oltre ai problemi legati alle radiazioni del reattore, protetto da un sarcofago che però dovrà essere sostituito, sembrerebbe che gli ecosistemi attorno alla centrale stiano subendo ancora gli effetti delle radiazioni. Per una serie di effetti a catena, i boschi attorno a Chernobyl, potrebbero essere pericolosamente infiammabili, e un incendio in quella zona rischierebbe di trasportare le radiazioni in zone popolate.

Rischio incendi radioattivi Chernobyl

E’ stato il professor Tim Mousseau, professore di biologia e co-direttore del Centro di Ricerca su Chernobyl e Fukushima della University of South Carolina ad avviare le ricerche sugli ecosistemi attorno alla centrale. La ricerca del professore è stata pubblicata sulla rivista Oecologia.

Secondo il professore le radiazioni hanno danneggiato i microbi ostacolando la loro capacità di decomporre alberi e foglie dei boschi. In questo modo la lettiera acquista una struttura che secondo gli scienziati diventa altamente infiammabile, rischiando la diffusione delle radiazioni attraverso il fumo.

Tim Mousseau e il suo collaboratore Anders Møller della Université Paris-Sud hanno notato nella Foresta Rossa, la parte più contaminata della Chernobyl Exclusion Zone, qualcosa di strano.
Ecco cosa raccontano:”Stavamo scavalcando tutti questi alberi secchi sul terreno che erano stati uccisi dall’esplosione iniziale”, ha detto Mousseau. “Circa 15 o 20 anni più tardi, questi tronchi erano ancora in buone condizioni. Se un albero fosse caduto nel mio cortile, sarebbe diventato segatura in 10 anni o giù di lì.”

Pertanto i ricercatori hanno avviato una ricerca disseminando campioni in aree a diverse gradazioni di radiazioni. I campioni sono stati mantenuti all’aperto per 9 mesi. Analizzando i campioni dopo 9 mesi i ricercatori hanno potuto confermare che tanto più le radiazioni erano alte, tanto meno c’era perdita di peso nella lettiera. Nelle regioni più contaminate la perdita di peso era il 40% in meno rispetto alle aree non contaminate. Inoltre la lettiera era più spessa nelle zone più contaminate.

Dunque i ricercatori hanno potuto affermare che i batteri sono ancora influenzati dalle radiazioni di Chernobyl con effetti a catena su tutto l’ecosistema. Inoltre la decomposizione lenta influisce negativamente sulla crescita di nuove piante.

I risultati in più hanno dimostrato il potenziale di un’ulteriore propagazione della radioattività.

“C’è stata una crescente preoccupazione da parte di molti gruppi diversi di potenziali incendi boschivi catastrofici che ridistribuirebbero la contaminazione radioattiva che è tra gli alberi e la biomassa vegetale”, dice Mousseau. “Il radiocesio e altri contaminanti finirebbero in aria attraverso il fumo nelle aree popolate.

“Questo accumulo che abbiamo misurato nella lettiera, che è probabilmente una conseguenza diretta della ridotta attività di decomposizione microbica, ha le caratteristiche dei ramoscelli. È secco, leggero e brucia abbastanza in fretta. Si aggiunge all’altro combustibile presente e rende più probabile che possano innescarsi incendi di dimensioni catastrofiche nella foresta.

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