Secondo un nuovo studio sulla depressione, sembra che possa essere combattuta con una sorta di pacemaker per stimolare, però, il cervello.
Secondo i ricercatori della Emory University School of Medicine di Atlanta, coordinati dalla dottoressa Helen Mayberg, grazie all’applicazione di un apparecchio che stimola il cervello potrebbe essere superfluo l’uso di farmaci.
Il pacemaker cerebrale, posizionato sotto il cranio, è in grado di trasmettere impulsi magnetici nelle zone più profonde del cervello. Secondo i ricercatori questo apparecchio sta già dando ottimi risultati: ben il 41% dei soggetti a cui è stato impiantato – persone gravemente depresse o affette da disturbo bipolare – ha trovato sollievo dopo l’applicazione e uno su cinque è guarito completamente dopo soli sei mesi.
Lo studio è stato pubblicato sulla rivista specializzata Archives of General Psychiatry.
Ma la tecnica, avvertono i ricercatori, non è certo una soluzione rapida alla depressione. Non solo comporta un intervento chirurgico invasivo nel cervello, ma anche il recupero è in genere lento. “Nel nostro studio abbiamo riscontrato che molti pazienti non ha ottenuto affatto dei benefici nei primi mesi – ma poi hanno cominciato a rispondere dopo un anno o più di stimolazione”, dice Mayberg. Non è neanche una cura, fa notare, in quanto i pazienti rapidamente ripristinano una vera e propria depressione se la stimolazione degli elettrodi si interrompe.
Quello che i ricercatori sembrano star comprendendo dai risultati degli esperimenti è che la depressione patologica e il disturbo bipolare sono dovuti a disfunzioni nelle comunicazioni tra diverse pari del cervello.