E’ drammatica ormai la lotta per il fondo per la non autosufficienza. Dopo lo stanziamento di soli 200 milioni di euro non finalizzati invece dei 400 promessi, i disabili gravissimi minacciano di riprendere lo sciopero della fame e addirittura di spegnere i macchinari che permettono loro di respirare.
Salvatore Usala, segretario del Comitato 16 novembre e malato di Sla ha dichiarato: “Il Governo ha concordato un emendamento in Commissione Bilancio con i relatori per la non autosufficienza di 200 milioni non finalizzati, generici. Un’elemosina, un insulto, una VERGOGNA.
“Oggi la comunicazione è sofisticata – continua Usala – i Ministri vanno a casa degli scioperanti, si impegnano, promettono di scrivere, fanno dichiarazioni da Città del Messico, concordano elemosine. I partiti sono impegnati con le primarie, con la riforma elettorale anti Grillo, con i saldi di bilancio. Sembra una partita a scacchi, ma tutti dimenticano la disperazione, la solitudine, la vita delle persone. Ogni anno in Italia muoiono 1000 persone che rifiutano la tracheostomia per l’abbandono dello stato: vergognatevi.”
Dopo le mancate promesse del ministro Fornero e del ministro Balduzzi sullo stanziamento di 400 milioni, domani lo sciopero della fame di 100 disabili gravissimi ricomincerà.Ma Usala minaccia il suicidio in diretta. Un’azione che fa riflettere su quanto sia grave la situazione in cui versano queste persone.
“Non vi basta lo sciopero della fame? Volete il morto in diretta TV? Sarete accontentati! Il giorno 21 novembre 2012 davanti al Ministero dell’Economia, alcuni malati in carrozzina, con tracheostomia, si presenteranno senza ventilatore polmonare di scorta, dopo 5-6 ore si scaricheranno le batterie e moriranno per soffocamento. Noi non siamo Ministri o politicanti, abbiamo una parola, un impegno, una dignità interiore. Non è un ricatto, come dice l’Assessore alla sanità della Lombardia, nonché ex Presidente di AISLA, è un diritto Costituzionale dovuto. Meditate Parlamentari e Governanti. La nostra è una battaglia di Civiltà, dovete seguirci per dare una risposta di equità e per non diventare lo zimbello dell’Europa. Vogliamo vivere nella nostra casa, attorniati dai nostri cari, rifiutiamo le RSA che sono lager in mano a sporchi affaristi che costano anche 90.000 euro l’anno a paziente, mentre a noi basta un terzo.”