Gaianews

Donna abortisce sola in bagno, medici obiettori di coscienza

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 15.01.2011

Ospedale di MessinaIncredibile storia dal Policlinico di Messina. Una donna è stata lasciata sola durante le fasi finali di un aborto programmato perché i medici di guardia del turno di notte erano obiettori di coscienza, ossia erano contrari all’aborto. A rendere scioccante la vicenda è che il feto aveva gravi anomalie e che la donna ha probabilmente corso seri rischi, visto che ha dovuto fare da sola con l’aiuto della madre.

Il fatto risale allo scorso giugno, quando la donna si era sottoposta ad un’ecografica che ha mostrato gravi patologie del feto, motivo per cui ha deciso di sottoporsi, come prevede la legge, ad un aborto terapeutico programmato. Tornata in ospedale per il ricovero, la notte tra l’11 e il 12 di giugno, sono iniziate le contrazioni. Al momento di ricevere assistenza da parte del personale medico e paramedico, nessuno è intervenuto.

E’ stata avvisata dagli infermieri che i medici che erano al momento di guardia non sarebbero intervenuti perché obiettori di coscienza, ovvero contrari per principi morali o religiosi all’aborto. La la donna, a cui era stato proposto di attendere il nuovo turno (come se potesse decidere lei quando abortire) in cui poteva magari essere più fortunata e trovare un medico diposto ad assisterla. Accudita da sua madre, la povera donna ha dovuto abortire in bagno.

La donna ha successivamente denunciato l’accaduto. Dopo l’estate il sostituto procuratore Liliana Todaro ha emesso sette avvisi di garanzia per medici e infermieri del turno di notte e ora arriva un avviso di garanzia ad un medico di guardia, denunciato per mancato soccorso.

Meglio non pensare all’eventualità di complicazioni durante il parto. Strenui difensori della vita lo si è solo per il feto, tra l’altro gravemente malformato, e non per una madre che ha dovuto affrontare un evento rischioso e drammatico da sola a rischio della sua, di vita?

© RIPRODUZIONE RISERVATA
  • Giannina scrive:

    Fossi un medico? Nessun dubbio. Sono atea, ma un medico che per motivi religiosi non vuol trovarsi nella posizione di abortire deve scegliere PER FORZA un’altra specializzazione, Solo un pazzo mette in pericolo la vita di una donna per salvare un feto in fase di espulsione per aborto terapeutico. Che si specializzino in proctologia, giusto per non urtare il loro amico immaginario.
    Sig. Bernardo, Complimenti, su di Lei il lavaggio del cervello è perfettamente riuscito. Preghi il suo dio in pace senza mettere a repentaglio la vita altrui, grazie.
    Torquemada sarebbe fiero di Lei.

  • Antonello Laiso scrive:

    Commento con un mio articolo pubblicato su Repubblica sez Napoli in convergenza con Paolo Ferrante.

    La recente delibera della Giunta Regionale della Campania sulla possibilità di sepoltura dei feti dando a questi una dignità di essere umano sarà il fulcro di polemiche tra abortisti ed antiabortisti. Facendo ben presente di non avere preconcetti su tale tema, espongo quel personale percorso mentale che mi spinge a scrivere. Introdurre come una legge regionale quello che già prevedeva una legge dello Stato, il Dpr 285/90, vale a dire la possibilità ai familiari di bambini nati morti o abortiti di dar loro sepoltura nei cimiteri, sembra superfluo. La delibera rischia di diventare una provocazione avverso una delicata questione di bioetica, che ha diviso spesso anche i cattolici, la cui posizione sul tema aborto ben conosciamo. La legge regionale di cui all’ oggetto potrebbe sembrare per molti anche involontariamente un attacco alla legge 194, quella che nel 1978 ha introdotto l’ interruzione volontaria della gravidanza in Italia. La nostra concezione ci porta a pensare che una sepoltura può essere oppure no concessa solo agli esseri umani. Freud considerava il sogno di un feto quale conflitto circa la maternità: ma ricordarlo può creare un conflitto di maggiore dimensione. Dare la giusta dignità di sepoltura a qualunque essere vivente è una questione di civiltà. Ma come vogliamo considerare un feto: dal punto di vista scientifico o dal punto di vista etico? Un feto può rappresentare un bimbo mai nato per i genitori affranti, ma non può esserlo per un’ istituzione pubblica. Non vogliamo però in nessun modo contestare quel diritto che la legge concede. La libertà di scelta è insindacabile. Ma se si parla di prodotti abortivi e del concepimento e di preghiere e sepolture, si vira su altre battaglie culturali, cioè su questioni morali. Giusto difendere la libertà dei mancati genitori di decidere di quel corpicino che già amavano prima ancora che nascesse: deve essere solo una scelta di libertà personale, nè possiamo pensare di trasformare questa scelta in un obbligo, nè tantomeno di costruire su tale tema campagne ideologiche e strumentali.

  • simone scrive:

    Assolutamente certo sul da farsi,soprattutto se fossi stato un medico!!E’ da mentecatti e assolutamente da non professionista lasciare una donna al suo destino soprattutto in un ospedale!

  • Paolo Ferrante scrive:

    Gentile Bernardo, mi sa tanto di Santa Inquisizione questo commento. Se lei non prende le parti, le prendo io e me ne assumo la responsabilità. La vita della madre non è vita? O è una vita che, poiché ha “peccato”, merita di essere lasciata alla propria sorte? Mi spieghi, per favore… La domanda con cui si conclude l’articolo è di parte, certo. Dall’altra parte c’è ancora qualcuno? Spero di no.
    Paolo Ferrante

  • Bernardo scrive:

    Mi pare che la domanda con cui si conclude l’articolo sia molto di parte ed oltretutto formulata anche male, non solo per chi è Credente. Non importa quanto il feto sia malato oppure malformato: il feto è la vita per chi crede. Dunque la risposta alla domanda non è un “si” secco e sicuro, ma voglio vedere cosa avrebbe fatto l’autore di questo articolo se si fosse trovato in quella situazione. Riflettete e pensate prima di scrivere un articolo del genere. Con questo non voglio prendere le parti dei medici, non prendo le parti di nessuno, perché in una situazione del genere, non saprei assolutamente che fare. E voi? Non mi dite che sapreste subito come procedere. Sarebbe una risposta ridicola e superficiale.
    Grazie, arrivederci