Il Cairo – La polizia egiziana ha sparato gas lacrimogeni per il secondo giorno contro migliaia di manifestanti anti-governativi, che cercano di ristabilire un accampamento stabile per protestare contro la giunta militare che governa il paese. I manifestanti chiedono tempi più rapidi per avviare le riforme democratiche da parte del governo militare.
Diverse migliaia di manifestanti anti-governativi sono riusciti a mantenere il controllo di piazza Tahrir, simbaolo delle proteste che hanno portato alla deposizione di Mubarak. Alcuni sono accampati con tende, mentre altri bloccano il traffico. Altri attivisti anti-governativi hanno tentato di marciare verso la piazza per unirsi alla protesta, ma la polizia li ha respinti.
Alcuni giornalisti stranieri sono stati attaccati da una folla arrabbiata domenica durante le riprese della polizia che marciava verso piazza Tahrir. I manifestanti hanno cercato di prendere le telecamere.
l giorno prima, la polizia ha brevemente fatto evacuare piazza Tahrir utilizzando proiettili di gomma, gas lacrimogeni e manganelli, mentre alcuni manifestanti hanno reagito lanciando pezzi di cemento della pavimentazione e riuscndo a distruggere un veicolo della polizia.
Funzionari del ministero Salute egiziano hanno detto che un manifestante 23-enne è morto a seguito di ferite da arma da fuoco e 676 altre persone sono rimaste ferite, tra cui decine di poliziotti e diversi giornalisti. Alcune persone sono state trattate per lesioni agli occhi da proiettili di gomma.
La polizia egiziana si è ritirata dalla piazza sabato sera e migliaia di attivisti anti-governativi sono tornati nuovamente dentro l’area – il punto nevralgico dei 18 giorni rivolta che rovesciarono l’ex presidente Hosni Mubarak lo scorso febbraio.
Molti dei manifestanti sono arrabbiati con il consiglio militare egiziano che ha preso il potere dopo Mubarak, perché ritengono che abbia fissato le linee guida per una nuova costituzione che mantiene alcuni affari militari fuori dal controllo civile. Altri hanno criticato i tempi lunghi per andare a nuove elezioni o il fatto che alcuni manifestanti sono stati mandati davanti ad un tribunale militare invece che civile.
I militari hanno promesso elezioni parlamentari per il prossimo 28 Novembre, ma non sono state ancora annunciate elezioni per eleggere il nuovo presidente.