Il mensile “Il Salvagente” ha fatto analizzare altri 30 liquidi per sigarette elettroniche, dopo avere già fatto analizzare una prima partita nei mesi scorsi. Le analisi, condotte dall’Università Federico II di Napoli, hanno rivelato la presenza di metalli pesanti nei liquidi di produzione italiana. L’inchiesta della rivista, spiega che il problema è stabilire in che quantità i metalli pesanti vengono inalati e arrivano poi nel sangue. Inoltre, sempre secondo la rivista, non esistono norme che possano regolamentare la produzione.
Nell’inchiesta pubblicata sul giornale si fa un paragone fra l’arsenico contenuto nell’acqua e quello contenuto nei liquidi delle e-cig. Ed è contro questo paragone che si lanciano le critiche di coloro che sono a favore dei dispositivi: si tratta infatti di “Consumi che in proporzione non possono stare insieme, visto che bevendo due litri di acqua al giorno l’assunzione di arsenico è molte volte più alta”.
L’Anafe, l’Associazione nazionale fumo elettronico,dichiara in una nota che “le aziende associate rispettano la normativa vigente in Italia e lavorano con elevati standard di sicurezza e qualità.I nostri prodotti sono sicuri e rappresentano l’80% del mercato”.
Inoltre come riportato dal presidente dell’Associazione Nazionale Fumo Elettronico, Massimiliano Mancini, Anafe sta lavorando di concerto con il Ministero della Salute per elaborare regole per la produzione che possano tutelare strettamente il consumatore.