Rilevato in Cina primo caso di trasmissione da uomo a uomo del nuovo virus dell’influenza aviaria, H7N9, per questo l’allerta torna alta, anche se gli esperti ipotizzano un basso rischio pandemia
La persona contagiata è un uomo di 60 anni che avrebbe a sua volta contagiato la figlia di 32. L’uomo avrebbe contratto il virus in un mercato di pollame ed è deceduto all’inizio di maggio, dopo due mesi dal ricovero in ospedale, avvenuto dopo la comparsa dei primi sintomi.
Le persone che sono venute a contatto con l’uomo deceduto e con sua figlia, che si era presa cura del padre in un primo tempo, sono state sottoposte al test per l’aviaria, ma per ora sono tutte negative e nessuna di loro presenta sintomi. Si tratta di un gruppo di 43 persone.
Il fatto che nessuna di questa persone sia stata contagiata conferma ciò che gli scienziati avevano già affermato e cioè che il virus non è molto contagioso quando si tratta di contagio da uomo a uomo.
Dunque, seppure è un fatto che si sia determinato il primo contagio da uomo a uomo, quindi l’allerta deve essere mantenuta, secondo gli esperti ci sono poche possibilità, ad oggi, che si scateni un’epidemia.
“Il fatto che il contagio descritto sia un caso sporadico, limitato nello spazio e nel tempo ci rassicura, ma allo stesso tempo ci spinge a intensificare la sorveglianza,” ha spiegato Ilaria Capua, dell’Istituto zooprofilattico delle Venezie. “Gli studi sui furetti hanno dimostrato che il virus H7N9 si replica nelle vie aeree inferiori, quindi non si trasmette facilmente con colpi di tosse e starnuti. In ogni caso dobbiamo continuare a vigilare, in modo da non dover poi rincorrere il virus in caso di una trasmissione più sostenuta”.
Il caso è stato riportato dal British Medical Journal che ha ricordato anche che, a giugno 2013, sono 43 le morti a causa del virus dell’aviaria e 133 i casi di contagio.