Nel bel mezzo della crisi economica che frena consumi e investimenti, in Italia chi può sorridere è l’industria della bellezza. La chirurgia plastica infatti registra in progresso del 3,5% nel 2013, secondo i dati resi noti dalla Associazione Italiana di Chirurgia Plastica Estetica. Sono quasi un milione gli interventi di chirurgia estetica eseguiti e per i tre quarti si tratta di interventi non chirurgici a fini estetici, i restanti, sono interventi di chirurgia estetica. La tendenza è in aumento anche se gli interventi chirurgici sono diminuiti mentre son aumentati gli interventi non chirurgici.
Tra gli interventi di chirurgia estetica, in ordine ci sono la liposuzione, seguita da dagli interventi al seno, dalla blefaroplastica ed alla fine gli interventi di rinoplastica, in grossa ascesa.
Mario Pelle Ceravolo, presidente di Aicpe, ha detto: “L’indagine condotta tra i chirurghi plastici italiani è un indicatore importante per capire l’andamento del settore nel nostro Paese. E’ dal 2011 che Aicpe effettua un’indagine su grandi numeri e su larga scala dedicata alla chirurgia plastica estetica, offrendo così uno spaccato su ciò che avviene nel nostro paese. Medicina e chirurgia estetica continuano ad avere, in Italia come nel resto del mondo, una forte attrattiva: la crisi si è fatta sentire, ma non in modo così accentuato come si sarebbe potuto immaginare. Lo testimonia l’interesse costante verso il settore e il continuo afflusso di nuovi pazienti, che nel 2013 sono stati 112.500 per la chirurgia plastica e 126.000 per la medicina estetica”.
A causa dello scandalo delle protesi Pip tossiche al silicone industriale, c’è stato un crollo del silicone per aumentare la misura del seno nelle donne. Altri interventi richiesti riguardano la plastica dello sguardo e del naso. Sempre richiesti sono gli interventi meno invasivi a base di botulino e acido ialuronico.
Le donne che si sottopongono ad interventi estetici sono per la maggior parte donne fra i 35 e i 50 anni.
Il segretario Aicpe (Associazione Italiana Chirurgia Plastica ed Estetica), Pierfrancesco Cirillo ha sottolineato che anche per questa branca della medicina si verifica il fenomeno dei “viaggi della speranza”, con una “tendenza, ormai consolidata da anni, dei pazienti che dal Sud Italia si spostano al Centro o al Nord per eseguire i trattamenti”.
Infine un ultimo ma interessante dato: secondo l’AICPE il 16% delle operazioni di chirurgia estetica sono secondi interventi, ossia necessari a riparare dei danni causati da un primo intervento andato male.