Secondo una ricerca condotta dall’International Society of Aesthetic Plastic Surgery l’Italia sarebbe settima al mondo per interventi di chirurgia plastica.
Nonostante la crisi gli Italiani, perlomeno quelli che ancora se lo possono permettere, spendono in chirurgia estetica, tanto che l’Italia è al settimo posto nel mondo per interventi eseguiti.
Quello che accade nel mondo riguardo agli interventi di chirurgia estetica, succede anche in Italia. Sono 5 gli interventi più eseguiti nel mondo: l’aumento del seno (1.773.584); la liposuzione (1.614.031); la blefaroplastica (1.379263); il lipofilling (trapianto di grasso autologo) 1.053.890 e la rinoplastica (954.423). In Italia la classifica si conferma la medesima.
“Per il 2013 i cinque interventi più praticati in Italia sono gli stessi rilevati da Isaps a livello mondiale – afferma Pierfrancesco Cirillo, segretario di Aicpe -. Questo significa che le esigenze degli italiani sono sostanzialmente allineate con quelle del resto del mondo: una tendenza peraltro che risulta sempre più evidente in tutti i Paesi considerati. I canoni di bellezza sono sempre più globalizzati”.
L’indagine è stata condotta grazie ad un questionario che è stato compilato da 1567 chirurghi in tutto il mondo.
“I dati Isaps sono i più completi a disposizione nel campo della medicina e della chirurgia estetica – spiega Gianluca Campiglio, segretario nazionale dell’Isaps e consigliere Aicpe. Pur con tutti i limiti che una ricerca a così ampia scala può avere, sono senza dubbio uno strumento importante per capire quello che accade nel campo dell’estetica a livello mondiale, permettendo di cogliere nuove tendenze o cambiamenti in atto”.
Diverso invece il discorso per quanto riguarda la medicina estetica: se a livello mondiale l’intervento più praticato in assoluto si conferma essere la tossina botulinica (5.145.189), seguita a distanza da filler e riassorbibili (3.089.686), in Italia la situazione è diversa. Al primo posto si conferma infatti l’acido ialuronico, seguita dalla tossina botulinica: «Nel nostro Paese si registra ancora una certa resistenza nei confronti della tossina botulinica, a causa spesso di informazioni non sempre scientificamente corrette» commenta Cirillo.
I dati sono stati raccolti grazie a un questionario di due pagine inviato ad oltre 30.000 chirurghi plastici di tutto il mondo . Le risposte analizzate da Industry Insight, azienda statunitense indipendente specializzata in queste ricerche da oltre 15 anni, sono state 1.567.