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Combattere il cancro anche grazie alla tossina di un fungo

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 29.07.2013

Un gruppo di ricerca italiano, dell’Istituto di biochimica delle proteine del Consiglio nazionale delle ricerche (Ibp-Cnr) di Napoli, guidato da Daniela Corda, ha individuato una proteina che, se inibita grazie anche ad una tossina fungina, potrebbe agire sulla proliferazione tumorale impedendo il processo di divisione cellulare.

Apparato del Golgi

E’ stata pubblicata su PNAS la ricerca italiana che agisce direttamente sulle cellule tumorali, tramite l’inibizione della proteina CtBP1/BARS nel processo di mitosi dell’apparato del Golgi.

Sono molte le terapie antitumorali che attaccano la capacità di ripodursi delle cellule,ma, spiega Daniela Corda,”le chemioterapie procurano spesso danni all’organismo, mentre il tumore può anche risultare resistente al farmaco. Da qui la necessità di inibire la proliferazione in maniera mirata e specifica per le cellule cancerose.”

I ricercatori hanno scoperto che “la biomolecola NAD+, in presenza dell’enzima CD38 e insieme a una tossina fungina scoperta originariamente come antibiotico, la brefeldina A, forma una nuova molecola, detta BAC (BFA-ADP-ribosylated Substrate). Quest’ultima è in grado di legare specificatamente una proteina che regola il ciclo cellulare, CtBP1/BARS, la quale una volta modificata, viene inibita e quindi blocca la proliferazione delle cellule tumorali”.

“La proteina CtBP1/BARS ha molte funzioni: nel nucleo contribuisce a bloccare la trascrizione di geni che determinano la morte cellulare per apoptosi, una sorta di ‘suicidio’, nel citoplasma regola lo sdoppiamento di un organello cellulare, l’apparato del Golgi. Con BAC ne interrompiamo il lavoro durante la duplicazione”, conclude Corda, direttore dell’Ibp-Cnr.
Ora, spiega la scienziata, sarà necessario valutare i risultati sui modelli in vivo, ma la ricerca ha valore in quanto permetterebbe un’elevata specificità nei tumori come linfomi e mielomi.

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  • antonio scrive:

    Sia chiaro, ho la massima stima dei ricercatori, ma sono stanco di continue notizie che sembrano dare speranze……sembra che le diano….ci vorrebbe un team internazionale che collabori insieme e non 3 pincopalli, cosi’ non si risolvera’ mai nulla e si continuera’ a morire

  • massimo scrive:

    E la ricerca che stava effettuando il Dott. Montalenti, scomparso da 7 anni.

  • Salvo scrive:

    Se l’Italia investisse sulla ricerca saremmo un’economia fiorente grazie ai cervelli che abbiamo in casa ma che snobbiamo investendo in tutto fuorchè nel futuro. Grazie a tutti coloro che lottano, non solo per cercare di rendere le malattie innocue, ma anche per ottenere i fondi per farlo.