In queste ore si stanno stilando le linee guida per la fecondazione eterologa. Dopo la sentenza della Consulta che ha bocciato il divieto contenuto nella legge 40 si è ritenuto necessario stilare delle linee guida. Il Ministro della Salute Lorenzin ha promesso che saranno presentate il 28 luglio saranno presentati alla Camera.
Fra le questioni più importanti quella dell’anonimato dei donatori. Attualmente i dati dei donatori sono conservati rispettando l’anonimato per 30 anni in appositi registri. Ma secondo il Ministro Lorenzin è necessario risolvere il problema del diritto all’anonimato e del diritto a conoscere i propri genitori biologici.
Di altro parere l’associazione Luca Coscion sostenuta dai giuristi italiani: “Non c’è esigenza di intervenire nuovamente sulla questione dell’anonimato perché è già tutto previsto dalla normativa vigente; alle centinaia di coppie sterili e infertili che si rivolgono a noi consigliamo di consultare il Registro Nazionale della Procreazione Medicalmente Assistita – spiega Filomena Gallo, Segretario dell’Associazione. “Da quell’elenco scelgono in quale struttura andare. La necessità per il nato di poter risalire alla propria identità biologica entra in contrasto con la stessa legge 40 che prevede che i bambini nati dalla donazione di uno o due gameti sono figli legittimi della coppia e non hanno rapporti giuridici con i donatori”.
“Cerca di ritardare il via libera a una tecnica che dopo la sentenza della Consulta è immediatamente legale: non c’è bisogno di passaggi al Parlamento. Non esiste vuoto normativo sull’eterologa, la sentenza della Consulta è immediatamente applicabile e i centri italiani possono subito riprendere le tecniche di fecondazione“ dichiarano i giuristi italiani che hanno aperto una petizione on line sul sito dell’Associazione Coscioni
Nel frattempo in Italia molte coppie che vogliono ricorrere all’eterologa telefonano all’Associazione Coscioni: “Indichiamo sempre di consultare il registro nazionale in cui sono forniti i nome e le prestazioni di tutti i centri accreditati sul territorio”, spiega Gallo. “Anche le coppie che hanno in corso le gravidanze da eterologa hanno preso contatti tramite l’elenco dei centri autorizzati ad applicare tutte le tecniche di procreazione medicalmente assistita”.