Gli organi destinati al trapianto potranno essere conservati più a lungo, aumentando così la speranza di salvare delle vite, grazie ad uno studio di ricercatori dell’Harvard Medical School di Boston.
La ricerca è stata pubblicata su Nature Medicine ed è stata finanziata dal National Institute of Biomedical Imaging and Bioengineering e dal National Institute of Diabetes and Digestive and Kidney Disease. Lo studio è stato per ora effettuato su fegati di modelli murini. Se venisse confermata la possibilità di usare il metodo anche sugli umani, coloro che ricevono il trapianto potrebbero essere preparati meglio e gli organi potrebbero viaggiare più a lungo per raggiungere anche pazienti più distanti.
Il metodo consiste in un super raffreddamento dell’organo nel quale vengono infuse diverse sostanze nutritive e per la conservazione. Prima del trapianto l’organo viene poi riscaldato e preparato per l’operazione.
I ratti sottoposti al trapianto di un fegato conservato per 3 giorni sono sopravvissuti con una percentuale del 100%. Quando il fegato è stato conservato per 4 giorni sono la percentuale di sopravvivenza dopo un mese è stata di 4 giorni.
“Il prossimo passo sarà testare questo metodo su animali più grandi – ha detto Rosemarie Hunziker. “Più a lungo riusciamo a conservare gli organi donati, più aumentano le possibilità del paziente di trovare un organo compatibile”.