Una ricerca conferma che i cani possono essere d’aiuto, grazie al loro straordinario olfatto, possono diagnosticare il tumore della prostata.
La ricerca era partita un anno fa, realizzata dal Centro di Patologia Prostatica presso l’Istituto Clinico Humanitas di Rozzano (Milano) in collaborazione con il Centro Militare Veterinario di Grosseto (CEMIVET) per testare la capacità di due cani, Zoe e Liu, due pastori tedeschi altamente addestrati, di riconoscere il tumore alla prostata.
I risultati hanno dimostrato una sensibilità dei cani superiore al 98 per cento e una specificità superiore al 96 per cento, dati che non sono raggiunti dalle procedure diagnostiche attuali.
La ricerca è stata presentata al meeting dell’American Urological Association (AUA), che si è svolto a maggio negli Stati Uniti durante il quale è stata riconosciuta dagli scienziati americani come una possibile opportunità per gli urologi.
Ora la ricerca è stata presentata anche al 21esimo Congresso Nazionale dell’Auro (Associazione Urologi Italiani), che si chiude oggi a Roma dopo tre giorni di dibattito tra oltre 500 specialisti.
I due pastori tedeschi hanno annusato pochi millilitri dell’urina di 902 persone, sia sane che con cancro alla prostata di diversa aggressività.
“L’aiuto di questi animali – ha spiegato il Colonnello Lorenzo Tidu, del Centro militare veterinario dell’Esercito – può essere fondamentale: basti sottolineare che possiedono circa 200 milioni di cellule olfattive rispetto alle 50 degli esseri umani. I cani, precedentemente ammaestrati a riconoscere i campioni di urine dei pazienti affetti da tumore prostatico, hanno dimostrato una spiccata capacità di selezionare i campioni positivi, con un margine di errore trascurabile”.
Con questa ricerca si conclude la prima parte dello studio ed è già stata avviata la seconda.