Realizzata in Italia la prima mano artificiale sensibile, nata nei laboratori della Sant’Anna. La conferma arriva direttamente da Dennis Aabo Sørensen che è riuscito a recuperare la funzionalità del suo precedente arto, perso nove anni fa in un incidente. Si tratta del primo amputato nel mondo a percepire informazioni sensoriali raffinate e quasi-naturali, in tempo reale, grazie alla mano bionica collegata chirurgicamente ai nervi del suo arto superiore.
Tutto questo è stato possibile grazie all’ingegner Silvestro Micera con il suo team presso l’Epfl (Svizzera) e all’Istituto di BioRobotica della Scuola Sant’Anna. Il 26 gennaio 2013 Sørensen ha subito l’intervento chirurgico a Roma, al Policlinico Gemelli.
Un gruppo specializzato di chirurghi e di neurologi guidati da Paolo Maria Rossini ha infatti impiantato gli elettrodi transneuronali all’interno dei nervi ulnari e mediani del braccio sinistro di Sørensen, che dopo 19 giorni ha pututo sentire di nuovo le sensazioni ogni giorno per una settimana intera.
“Questa è la prima volta in assoluto – ha detto Silvestro Micera – che nella neuroprostetica il feedback sensoriale è stato restituito e usufruito da un amputato, in tempo reale per il controllo di un arto artificiale”.
“Eravamo preoccupati per la ridotta sensibilità dei nervi di Dennis visto che non erano più stati più utilizzati – aggiunge Stanisa Raspopovic, primo autore e scienziato presso l’Epfl e l’Istituto di Biorobotica della Scuola. – Queste preoccupazioni si sono affievolite non appena gli scienziati hanno riattivato correttamente il senso del tatto di Sørensen”.
I risultati dello studio sono apparsi nell’edizione di Science Translational Medicine del 5 febbraio 2014 e presentati nell’ambito di una più ampia collaborazione tra diverse università, quali il Campus Biomedico di Roma, centri di ricerca e ospedali europei, ribattezzata “LifeHand2”.