Gaianews

Mano bionica restituirà il tatto: un trapianto a Roma entro il 2013

Silvestro Micera, dell'École Polytechnique Fédérale de Lausanne (EPFL) in Svizzera, prepara infatti nuove protesi intelligenti

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 19.02.2013
La prima mano bionica potrà fornire di nuovo il tatto a un ragazzo ventenne a Roma con un trapianto nel 2013. Silvestro Micera, dell’École Polytechnique Fédérale de Lausanne (EPFL) in Svizzera, prepara infatti nuove protesi intelligenti che si collegano direttamente al sistema nervoso, e presto si potrà addirittura riattivare il senso del tatto nella mano.

Mano

In occasione dell’Assemblea annuale dell’Associazione Americana per l’Avanzamento della Scienza (AAAS) a Boston, Micera ha riportato i risultati di lavori condotti su un periodo di quattro settimane che hanno migliorato il feedback sensoriale in persone con amputazioni utilizzando elettrodi impiantati.

Questa interfaccia rappresenta una grande promessa per la sua capacità di creare un legame intimo e naturale con i nervi, e perché è meno invasiva rispetto ad altri metodi. Essa fornisce anche un flusso veloce e bidirezionale di informazioni tra il sistema nervoso e la protesi, con una conseguente esperienza più realistica e una funzionalità migliorata.

“Potremmo fornire soluzioni cliniche nuove e più efficaci nei prossimi anni”, dice Micera, che è capo del Translational Neural Engineering Laboratory all’EPFL e professore alla Scuola Superiore Sant’Anna in Italia.

La mano verrà direttamente collegata con elettrodi ai nervi del paziente, comunicando con il cervello attraverso impulsi nervosi. Gli elettrodi stimolano il sistema sensoriale periferico offrendo diversi tipi di sensazioni tattili. Le informazioni sono state poi utilizzate per controllare una protesi di mano posta vicino al soggetto.

Micera ha spiegato anche le sue recenti attività per migliorare l’efficacia di questo approccio e ha annunciato una nuova sperimentazione clinica con un progetto del Ministero italiano chiamato NEMESIS Salute, sotto la supervisione clinica del Prof. Paolo M. Rossini.

© RIPRODUZIONE RISERVATA