L’energia nucleare ha salvato molte vite umane. A dirlo uno studio della NASA, che cerca di ripristinare il cattivo nome che si è fatto il settore del nucleare civile dopo Chernobyl e soprattutto Fukushima (per non parla re di Three Mile Island negli Stati Uniti).
Secondo uno studio finanziato della NASA, l’energia nucleare ha effettivamente salvato circa 1,8 milioni di vite umane in poco più di quattro decenni, e potrebbe salvarne milioni nei prossimi decenni.
Lo studio, condotto dal NASA Goddard Institute for Space Studies, ha immaginato che tutta l’energia generata dal nucleare a partire dal 1971 fosse stata invece generata da combustibili fossili. Il risultato è stato che l’energia nucleare ha salvato quasi due milioni di persone, altrimenti morte per cause legate all’inquinamento (come il cancro ai polmoni) e altre malattie polmonari, come la silicosi che affligge i minatori delle miniere di carbone.
A fronte di una stima di soli 5.000 decessi dovuti al nucleare, a causa di cancro, malattie da radiazioni e gli incidenti dei lavoratori, si direbbe che quello della Nasa è un bilancio positivo.
La questione del nucleare rimane tuttavia una materia di forte discussione, che l’incidente nucleare di Fukushima ha risollevato prepotentemente.