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Sciopero ortopedici: adesione del 90%

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 01.07.2013

Un’adesione di quasi il 90% quella raggiunta oggi durante lo sciopero dei medici ortopedici. In cifre si parla di 2.000 interventi saltati e migliaia di visite. Ma potrebbe essere solo l’inizio. Michele Saccomanno presidente di Nuova Ascoti, il sindacato che ha indetto lo sciopero sostenuto dalla Società italiana di ortopedia (Siot), dagli ortopedici traumatologi ospedalieri (Otodi) e dal collegio italiano chirurghi (Cic), ha spiegato che se il Ministro Beatrice Lorenzin si rifiuterà di avviare un confronto ci saranno azioni eclatanti e si aprirà il braccio di ferro.

Ospedale

Il motivo dello sciopero riguarda la tutela dei medici nei confronti delle denuncie dei pazienti e le norme riguardanti la copertura assicurativa.
“Siamo i più colpiti e ci sentiamo i portabandiera di questa battaglia, e se il ministro Lorenzin si rifiuterà ulteriormente di avere un confronto con noi si andrà al braccio di ferro e siamo pronti anche ad azioni eclatanti”. Lo sciopero infatti, “nasce dal disagio dei pazienti e dalla frustrazione dei medici ortopedici, costretti a fronteggiare le lamentele dei malati alle prese con le liste d’attesa” e abbandonati dalle istituzioni.

L’obbligo di assicurarsi scatterà del 13 agosto: “Il ministro della Salute – spiega Saccomanno – dovrebbe fare da mediatore tra le esigenze dei pazienti e dei professionisti e quelle dell’economia e dovrebbe essere attenta prima al mondo della salute, e solo dopo, difendendolo, vada a parlare al mondo dell’economia”. Al medicina difensiva, inoltre, costa ogni anno tra i 13 e i 15 miliardi di euro”.

Spiega Saccomanno: “in Italia, Polonia e Messico il chirurgo che commetta un errore con il bisturi viene giudicato come chi causa un incidente stradale o come un malvivente che sfregia la sua vittima con un coltello”, per questo i prezzi delle polizze hanno raggiunto cifre esorbitanti.

“Lo sciopero arriva il giorno dopo la scadenza per la stesura del nuovo regolamento sulle assicurazioni, che secondo il decreto Balduzzi doveva arrivare entro il 30 giugno”.
“Nessun professionista ormai è più in grado di fornire servizi adeguati, perché teme di esporsi a rischi insostenibili che tra l’altro i massimali delle assicurazioni non sono in grado di coprire”.

E Saccomanno precisa: “Gli ortopedici non chiedono la depenalizzazione, perché se c’è dolo vogliamo prenderci le nostre responsabilità”.
“La nostra protesta – conclude Saccomanno – crea disagi ai pazienti di cui ci scusiamo, ma arriva proprio per garantire la sicurezza e la qualità delle prestazioni ai pazienti. Noi non vogliamo aumentare le sofferenze dei pazienti o le liste di attesa, ma viviamo un disagio che non è più sostenibile”.

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  • loredana poliandri scrive:

    Non voglio demolire l’importanza dei medici la cui opera ritengo fondamentale,rispetto i loro diritti ma anche quelli delle persone danneggiate da errori che non trovano quasi mai il responsabile.Ho subìto in quattro anni due interventi di artroprotesi dell’anca dx,a 52 e 56 anni,a causa di una protesi difettosa che dopo diciotto mesi dall’impianto oltre a zoppìa,rumore,dolore,ha scaricato polveri di cromo e cobalto nel sangue. Ma come si difendono bene,tutti!Asl,chirurgo,e pure la multinazionale che ha prodotto e venduto la protesi!Ho avvertito la sensazione che il mio problema congenito fosse una mia colpa. Arroganza e indifferenza dei protagonisti,tempi dilatati,avvocati,medici legali,indagini radiologiche,aghi aspirati,altre anestesie,percorsi riabilitativi,esclusione dal lavoro,e parcelle paurose.Non dico altro.Loro rivendicano propri i diritti,e va bene.Quelli come me rivendicano un po’ della loro coscienza. Grazie.