Una nuova teoria supportata da un’importante scoperta potrebbe rivoluzionare la storia dell’evoluzione umana. I primi membri del genere Homo (Homo habilis, Homo rudolfensis e Homo erectus) potrebbero in relatà appartenere tutti alla stessa specie. Queste sono le conclusioni di un recentissimo studio che descrive l’analisi di un cranio datato circa 1,8 milioni di anni fa dissotterrato a Dmanisi, in Georgia.
A differenza di altri fossili di Homo questo cranio (Teschio 5) combina una piccola scatola cranica con una faccia lunga e grandi denti. E’ stato scoperto accanto ai resti di altri quattro antenati umani, una varietà di fossili animali e alcuni strumenti di pietra, tutti associati alla stessa posizione e periodo di tempo, il che rende questo un ritrovamento veramente unico. Il sito è stato solo parzialmente scavato finora, ma sta già fornendo diversi indizi davvero rivoluzionari, se confermati.
Lo studio è stato pubblicato nel numero del 18 ottobre di Science.
David Lordkipanidze del Museo Nazionale della Georgia a Tbilisi, in Georgia, insieme ai colleghi provenienti da Svizzera, Israele e Stati Uniti, dicono che le differenze tra questi fossili di Dmanisi non sono maggiori rispetto a quelli tra i cinque esseri umani moderni o cinque scimpanzé.