Secondo un nuovo studio, pubblicato sulla rivista The Lancet, lo screening con test Hpv permette di ridurre del 60-70% l’incidenza dei tumori invasivi del collo dell’utero, rispetto al tradizionale Pap test.
La ricerca è stata condotta da un gruppo di ricercatori internazionali guidati da Guglielmo Ronco, del Centro di Riferimento per l’Epidemiologia e la Prevenzione Oncologica in Piemonte Città della Salute e della Scienza di Torino. I suoi risultati sono stati argomento di discussione del congresso Eurogin, a Firenze, (dedicato al controllo del tumore della cervice e delle malattie Hpv correlate) e terminato nella giornata di ieri, mercoledì 6 novembre.
I ricercatori hanno seguito circa 175.000 donne in quattro studi di grandi dimensioni, condotti in in Italia, Paesi Bassi, Svezia e Regno Unito. Durante gli anni è stato confrontato lo screening con il test Hpv e quello con il Pap-test.
E’ stato verificato dunque che le donne che hanno eseguito il test Hpv si sono ammalate meno di rispetto a quelle del Pap-test. “Già era stata dimostrata la maggiore capacità del test Hpv, rispetto al Pap-test, di individuare quelle lesioni che non sono ancora un tumore ma che potrebbero diventarlo. Oggi abbiamo potuto verificare direttamente che questo si traduce in una riduzione dei casi di tumore”, afferma Ronco.