La Tokyo Electric Power Co, l’operatore della centrale nucleare, ha dichiarato di voler invitare esperti di disarmo nucleare stranieri per una consulenza su come trattare l’acqua altamente radioattiva fuoriuscita dal sito. Il Governo giapponese intanto ha cambiato rotta e ha dichiarato di essere disponibile a investire 3,6 miliardi dollari per contribuire a pagare l’operazione.
Toshimitsu Motegi, Ministro del commercio e dell’industria, ha dichiarato che sarà avviata un task force.
“Credo fermamente che il governo dovrebbe essere pienamente coinvolto”, ha detto ai giornalisti dopo aver visitato l’impianto di Fukushima Daiichi.
Motegi ha chiesto alla Tepco di sostituire i serbatoi di stoccaggio da cui fuoriesce l’acqua radioattiva e quelli da cui potrebbe cominciare ad uscire. Infatti la Tepco aveva ammesso la settimana scorsa che centinaia di tonnellate di acqua altamente radioattiva fuoriescono dai serbatoi che sono stati assemblati rapidamente dopo i crolli nel sito. I serbatoi sono utilizzati per contenere l’acqua pompata attraverso i reattori per raffreddare i nuclei delle centrali.
Motegi ha chiesto un monitoraggio più frequente e un’altrettanto frequente relazione sullo stato dei fatti.
Tepco da parte sua ha dichiarato di star creando un proprio gruppo di esperti per supervisionare l’acqua tossica e i serbatoi di stoccaggio.
Il ministro degli Esteri Fumio Kishida domenica ha visitato la centrale di Chernobyl, luogo del disastro nucleare del 1986, e ha dichiarato di sperare di applicare le lezioni apprese in quel luogo a Fukushima.
“Ho visto che la battaglia per contenere l’incidente continua 27 anni dopo il disastro. L’esperienza e la conoscenza dell’Ucraina servirà come un utile riferimento per i lavoratori alle prese con la crisi nucleare di Fukushima,” ha dichiarato Kishida.
Intanto il governo cinese ha dichiarato domenica che sta seguendo con attenzione la questione di Fukushima riservandosi di effettuare controlli e valutare l’impatto dell’incidente nucleare sul Pacifico occidentale.
La State Oceanic Administration del paese ha detto di non aver trovato alcuna prova di un “impatto diretto” da radiazioni sulle acque cinesi, ma seguirà da vicino gli sviluppi.
Intanto cresce la sfiducia della popolazione nella capacità della Tepco di riuscire a contenere e gestire l’emergenza nucleare. Il 91% dei Giapponesi crede che il Governo dovrebbe impegnarsi in misura maggiore nella gestione dell’emergenza.
Questi fatti però non sembrano poter cambiare la politica del primo Ministro Shinzo Abe che dichiara che i propri operatori delle centrali hanno imparato moltissimo dalla gestione del rischio di questo incidente.