Il primo ministro giapponese Yoshihiko Noda ha detto che l’impianto nucleare di Fukushima ha raggiunto uno stato di “arresto a freddo”. Il peggior disastro nucleare del Giappone è quindi – secondo le autorità giapponesi – ormai sotto controllo per la prima volta da quando l’impianto è stato colpito dal terribile terremoto e maremoto dello scorso 11 marzo.
Noda ha dato l’annuncio oggi durante una riunione della task force nucleare che si occupa della stabilizzazione dei reattori.
Alcuni dei 6 reattori presenti nella centrale si sono fusi, contaminando l’acqua utilizzata per il raffreddamento. Molta radioattività è finita in mare, altra attraverso le esplosioni dell’idrogeno creatosi nel surriscaldamento hanno contaminato l’area circostante la centrale.
Ora si passerà alla terza fase di bonifica, che comporta la disattivazione delle unità danneggiate, un processo che gli esperti si aspettano durino almeno 10 anni.
Dichiarare un arresto a freddo è stato l’obiettivo primario del governo per permettere ad alcune delle decine di migliaia di residenti evacuati dalla zona di tornare a casa. Tuttavia, rimarrà ancora una zona interdetta attorno ai reattori danneggiati per molti anni ancora.
L’arresto a freddo di un reattore si ottiene quando il combustibile nucleare non emette più abbastanza radiazioni e calore di decadimento per fondere il metallo in cui è immerso. Questo richiede da 8 mesi a un anno. Durante questo periodo il combustibile va raffreddato costantemente con un sistema di ricircolo di liquido freddo per evitare la completa fusione del materiale radioattivo.