La televisione di stato egiziana ha annunciato che il governo ha presentato le sue dimissioni al consiglio militare dopo gli scontri tra polizia e manifestanti pro-democrazia, che hanno causato almeno 22 morti accertati.
L’agenzia di stampa statale Mena ha detto oggi che i membri del gabinetto continueranno ad esercitare le loro funzioni fino a quando il consiglio militare decide se accettare le dimissioni.
Funzionari dell’obitorio hanno detto che tre giorni di scontri al Cairo e altrove hanno provocato almeno 22 morti e oltre 1.700 feriti.
Il segretario generale dell’Onu e la Casa Bianca hanno detto di essere “profondamente preoccupato” per la violenza e chiede la moderazione da tutte le parti.
I manifestanti continuano a mantenere il conttrollo della piazza centrale di Tahrir, dove le forze di sicurezza hanno sparato gas lacrimogeni contro la folla, che risponde lanciando pietre e altri oggetti.
Scontri sono scoppiati anche nei pressi del ministero dell’Interno egiziano. Reuters cita un ufficiale dell’esercito che dice che il ministero ha chiesto protezione contro i manifestanti arrabbiati, che vogliono la testa del militare al potere e la rapida consegnadelle funzioni ad un governo civile.
Molti dei manifestanti cantano “Il popolo vuole rovesciare il feldmaresciallo”, un riferimento a Mohamed Hussein Tantawi, capo del Consiglio Supremo delle Forze Armate.
Il governo, comandato dall’esercito, ha tenuto una riunione di emergenza domenica e ha promesso di tenere le elezioni parlamentari – come previsto – il 28 novembre.