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I crateri sono luoghi vitali, sulla Terra e su Marte

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 18.04.2012

Chesapeake Bay

La ricerca della vita su altri pianeti impegna la ricerca di molti team di scienziati. L’ultima querelle sulla vita su Marte ha riguardato la missione spaziale delle due sonde Vicking avvenuta nel 1976. Nelle ultime decadi gli scienziati hanno sempre più chiaramente realizzato che c’è vita al di sotto della superficie terrestre. Molti carotaggi hanno dato prova della presenza di microorganismi nei sedimenti di roccia. Alcuni si nutrono di sostanze provenienti dal nostro “mondo superiore”, altri sopravvivvono attraverso reazioni chimiche. In una ricerca pubblicata su Astrobiology gli scienziati hanno dimostrato che la vita potrebbe essere presente sul nostro, come sugli altri pianeti, soprattutto nei crateri da impatto metoritico.

Per i microorganismi che si trovano sotto la superficie terrestre gli eventi climatici o catastrofici hanno effetti completamente diversi rispetto a quelli che potrebbero avere per noi esseri umani.
L’impatto di un meteorite, ad esempio, potrebbe distruggere alcune zone con il calore, ma potrebbe renderne altre molto più favorevoli alla vita.

Seguendo questo ragionamento i ricercatori dell’Università di Edimburgo hanno studiato uno dei più grandi crateri creato da un impatto con un meteorite (o da una cometa), quello di Chesapeake Bay.Il cratere è largo più di 85 chilometri.

Secondo la ricerca i microorganismi stanno ancora adattandosi all’impatto avvenuto 35 milioni di anni fa.
L’impatto, secondo i ricercatori, ha creato uno tsunami e ha sprigionato un grande calore che ha consentito a del materiale e all’acqua di scendere in profondità. E’ stato possibile scoprire tutto questo grazie a carotaggi effettuati nell’ambito di un progetto dell’International Continental Drilling Program e della United States Geological Survey. I prelievi sono giunti fino a 1,7 chilometri di profondità.

Confrontando i carotaggi effettuati a diversi profondità gli scienziati hanno scoperto che, sorprendentemente, nell’area del cratere i microorganismi si trovavano a grandi profondità in un numero notevole.

Questo sta a significare che l’impatto ha creato le condizioni, attraverso la pentrazione dell’acqua appena dopo l’impatto, perchè la vita si spostasse più in profondità.

Dunque gli scienziati hanno potuto concludere che gli impatti con i meteoriti non sono sempre negativi per la vita sui pianeti e che proprio i crateri potrebbero essere luoghi interessanti nei quali cercare la vita su altri pianeti, come su Marte, ad esempio.

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