Le foto della fuggitiva giraffa, nome femminile per un giovane animale maschio, perché i nomi sono nostri li diamo noi, come da Antico Testamento e ci fanno incorrere in fraintendimenti, queste foto hanno trovato ampio spazio in tutti i giornali, siti, TG e hanno suscitato tante riflessioni: sulla libertà, sulla bellezza degli animali selvatici, sull’orrore dei circhi.
Povera giraffa: è capitato a te. La sorte, il destino, un carattere più ribelle sono capitati a te e a te è toccato essere una vittima, una vittima testimone, uno di quelli che servono per far parlare di sé, per far conoscere un problema, per smuovere, come si dice oggi, le coscienze.
Povero giraffa, almeno l’aggettivo lo declino nel genere giusto, dato che eri un giovane maschio.
L’asfalto ti sarà stato troppo duro e il clima insopportabile e nessun orizzonte libero era davanti al tuo sguardo pure tanto alto.
Povero giraffa, non che la vita nella savana fosse tanto facile, ma era quella per cui tu in fondo eri costruito, meccanismo perfetto, per cui tu ti eri adattato, il quel modo un poco strano, col collo così lungo da giraffa appunto.
È toccato a te e non ad altri, o forse ad altri ma in luoghi diversi, in momenti diversi dove tutto è passato sotto silenzio.
È toccato a te perché noi che diamo i nomi alle cose, noi umani abbiamo bisogno di vittime sacrificali, di eroi da ammazzare, eroi volontari e involontari. Quelli veri, però, sempre involontari. Abbiamo bisogno di un giovane cuore, ma grande quanto? un cuore di giraffa, si fermi, abbiamo bisogno dell’epilogo tragico e dell’azione estrema per ricordarci che tanti esseri soffrono, che tanti problemi, tanti dolori trovano posto sulla terra e forse chissà nell’Universo.
Io mi divido tra due opposti sentimenti.
È cosa buona e incoraggiante che in questo luogo e in questo tempo ci sia tanto interesse per lo sfruttamento degli animali. È buono che si protesti con veemenza contro le inaudite (nel senso vero che mai le abbiamo ascoltate) sofferenze degli animali, innocenti animali. È un bene che qui e ora sia cresciuta questa coscienza di fratellanza fra le creature della terra, sia cresciuta nella gente. Spiriti eletti da sempre hanno avuto a cuore il dolore degli animali, fin da Omero e la sua descrizione del cane Argo, ma quel che conta è che da queste coscienze illuminate il messaggio si sia espanso tra tutte le coscienze sempre più, sempre più. Non so quanti altri animali selvatici dovranno morire, fuggire, soffrire, ma credo che sia vicino il momento in cui ai circhi con animali non andrà più nessuno.
L’altro sentimento è d’impotenza. La sensazione di non potersi occupare di tutto: una preoccupazione alla volta, per favore, il dolore di qualcuno, ma uno alla volta. Non si può occuparsi di tutti e di tutto. Nella poesia “Sotto una piccola stella” la Szymnborska scrive: “Chiedo scusa al tempo per tutto il mondo che mi sfugge ad ogni istante”.
Chiedo scusa anch’io!
Quanto scritto da Maia Rosa sulla giraffa a qualcuno può apparire quasi un patetico e inutile piagnisteo perchè i problemi oggi sono tanti e ben più importanti. Invece credo che questo scritto con le sue varie e particolari annotazioni, oltre a evidenziare una spiccata e rilevante sensibilità d’animo, ci stimola anche a ragionare sulla detenzione, l’uso e la sofferenza degl animali che si trovano e usano nei circhi. Questa è una questione che si pone a tutti gli uomini di buona volontà specie per quanto riguarda gli animali esotici o simili strappati dal loro ambiente naturale – savane, foreste, altipiani – per poi imgabbiarli e da prigionieri poi farli operare in un certo modo a proprio uso e piacimento. Quindi non è solo una questione di etica ma di civiltà. Su cui dobbiamo riflettere e prendere posizione.
Su Repubblica scrivono, morta in seguito allo spavento ed ai sedativi.
O forse fratture multiple ..da sinistri stradali multipli.
Soppressione, di conseguenza (da noi eufimesticamente chiamata eutanasia).
Szymnborska scrive: “Chiedo scusa al tempo per tutto il mondo che mi sfugge ad ogni istante”
Non rimane che operare scelte di vita, di acquisto, di consumo : CONSAPEVOLI.
– acquistare medicinali generici
– acquistare cosmetici con marchio “cruelty free”
– acquistare alimenti “biologici”, soprattutto quelli animali (uova,formaggio,..). Vi si osservano regole di allevamento più “umane” (cioè meno umane e + animali).