Dopo l’allarme suscitato dalla vittima “celebre” dell’influenza AH1N1 nel Regno Unito, gli esperti tendono a stemperare e a tranquillizzare. In estrema sintesi: il picco di influenza tra gennaio e febbraio, nessun allarme per l’influenza suina, che si comporterà come ogni altra influenza stagionale, le persone a rischio si rivolgano al proprio medico per la vaccinazione.
Un virologo dell’università degli Studi di Milano, Fabrizio Pregliasco, sentito dal Corriere della Sera, ha spiegato: “Alla fine dell’inverno l’influenza metterà a letto tra i 3 e i 5 milioni di italiani. La parte del leone spetta al virus H1N1. Ma se lo scorso anno era l’unico protagonista in scena quest’anno sarà accompagnato da altri due virus, entrambi di origine australiana. Ma il più aggressivo resta l’H1N1”. Occorre però ricordare che il ceppo influenzale AH1N1 non è più ritenuto pandemico, ma viene considerato ormai una mera influenza stagionale.
La fascia di età più colpita sarà quella dei bambini da zero a 4 anni, seguiti da quelli tra 5 e 14 anni, poi tra 15 e 64 anni e infine dagli over 65. Secondo l’epidemiologo Giovanni Rezza dell’Istituto Superiore di Sanità ci saranno casi con complicazioni respiratorie gravi, che però saranno una minima percentuale.
Intanto è stato accertato che la morte attribuita al virus della suina, riscontrato effettivamente in una donna di circa 40 anni deceduta alcuni giorni fa all’ospedale di San Daniele del Friuli (Udine), è stata in realtà dovuta a importanti patologie cardiologiche, che costituiscono quindi un’importante concausa della morte.
Chi sa se monti si becca l’influenza o la “suina”!!