L’inquinamento da smog nelle città italiane sta diventando un problem sempre più grave, anche a causa delle condizioni climatiche – l’aumento delle temperature e la diminuzione cronica delle precipitazioni.
Si è parlato anche di questo al convegno sul “Manifesto sulla tosse”, presso il Palazzo della Ragione a Verona, durante il 15° Congresso Internazionale dal tema “Asma Bronchiale e BPCO: obiettivi, rimedi, strategie”, organizzato dalla U.O.C. di Pneumologia dell’Azienda ULSS 22 di Bussolengo diretta dal Dr. Roberto W. Dal Negro.
“Nei tre giorni successivi a un picco di inquinamento – ha detto il Dott. Dal Negro – si registra un aumento di decessi del 2,3% in inverno e del 7,6% in estate”.
“L’inquinamento ambientale è la prima causa del 15% delle malattie respiratorie croniche”, afferma Roberto Dal Negro Presidente del Congresso e Direttore dell’U.O.C. di Pneumologia dell’ULSS22 della Regione Veneto presso l’Ospedale di Bussolengo, Verona – “mentre può essere un’ulteriore aggravante per i soggetti già malati, provocando un peggioramento delle condizioni cliniche nell’ordine del 40% negli adolescenti e fra il 30 e il 60% negli adulti”.
Uno studio del CNR, che analizza i dati del 2011, sottolinea un forte legame tra mortalità e polveri pm10. “Nei tre giorni successivi a un picco di inquinamento, si registra un aumento di decessi del 2,3% in inverno e del 7,6% in estate – prosegue lo specialista-. I soggetti più fragili risultano le donne, ma anche gli adolescenti. Un recente studio ha dimostrato che in presenza di basso inquinamento il tasso di incidenza si assesta al 4,8%; con medie concentrazioni di traffico invece sale all’11%, mentre con traffico raggiunge il 14%. Gravi le condizioni anche per gli adulti: in presenza di traffico pesante occasionale l’incidenza di bronchite cronica è del 7%; di traffico frequente del 35% e di traffico continuo dell’85%. Considerando che nei fumatori l’incidenza della bronchite cronica è del 25%, abbiamo un quadro preciso della gravità della situazione”.