La produzione nazionale dei rifiuti urbani è diminuita nel 2011, rispetto all’anno precedente di quasi 1,1 milioni di tonnellate (-3,4%); diminuzione confermata anche dai dati preliminari relativi al 2012, con una riduzione complessiva, nel biennio, di 2,5 milioni di tonnellate (-7,7%). Per un totale di circa 30 milioni di tonnellate (valore analogo a quelli rilevati negli anni 2002/2003). Questo è dovuto inevitabilmente alla riduzione dei consumi, che tra il 2011 e il 2012, è stata pari al 4,1% circa, mentre quella del PIL, del 2,4%.
L’anno scorso ogni abitante italiano ha prodotto 504 kg di rifiuti,ben 32 kg in meno rispetto al 2010.
Guida la classifica della regione con maggior produzione di rifiuti l’Emilia Romagna (637 kg di rifiuti pro capite), seguita da Toscana (con 614 kg), Valle d’Aosta (605 kg), Liguria (586 kg) e il Lazio (582 kg). Basilicata (al di sotto di 400 kg per abitante per anno), Molise, Calabria e Campania (tutte con meno di 450 kg per abitante) risultano quelle con minor produzione.
Questa la fotografia scattata oggi dall’ISPRA nel Rapporto Rifiuti 2013, contenente i dati del biennio 2011-2012 relativi alla produzione, alla raccolta differenziata e alla gestione dei rifiuti urbani, al sistema di gestione dei rifiuti di imballaggio
A livello nazionale la raccolta differenziata si attesta al 37,7% nel 2011 e al 39,9% nel 2012. Il Nord si conferma essere l’area italiana che effettua maggiormente la differenziata con una percentuale di oltre il 50%, mentre il Centro e il Sud raggiungono rispettivamente il 32,9% e il 26,7%. In particolare, le regioni più virtuose sono Veneto e Trentino Alto Adige (rispettivamente il 62,6% e il 62,3% è differenziata), mentre Sicilia e Calabria chiudono la classifica con tassi inferiori al 15%.
«Abbiamo bisogno di superare il contesto emergenziale nel settore rifiuti – ha chiarito il ministro dell’Ambiente Andrea Orlando – perché è in queste situazioni che si infila e si sviluppa la criminalità. Adesso c’é poi un’evoluzione del crimine in questo ambito: il nuovo pseduo business è la falsificazione dei numeri della raccolta differenziata. Naturalmente, è necessario dare adeguati strumenti alla magistratura per le azioni di indagine».
Nel 2012 sono stati circa 12 milioni di tonnellate, pari al 39% del totale prodotto (-11,7% rispetto al 2011, circa 1,5 milioni di tonnellate) i rifiuti urbani smaltiti nelle 186 discariche (6 in meno del 2011), 5 milioni di tonnellate in meno rispetto al 2011 (-11,7%). Il primato per la regione che smaltisce maggiormente in discarica spetta alla Sicilia (83%), seguita dalla Calabria (81%) mentre quello negativo è registrato da Friuli Venezia Giulia (7%), seguita dalla Lombardia (8%) e dal Veneto (11%). Da registrare la tendenza verificatasi negli ultimi: dal 2003 ad oggi hanno chiuso 288 discariche, l’80% delle quali al Sud (229 unità), 43 al Nord e 16 al Centro.
Per quanto riguarda i quantitativi esportati nel 2011 sono stati oltre 311 mila tonnellate, di cui circa 310 mila sono rifiuti non pericolosi (il 99,7%), destinati prevalentemente verso l’Austria (oltre 71 mila tonnellate, il 23% del totale esportato), la Cina (il 17,5% del totale), l’Ungheria (il 16,9%) e la Germania (il 10,1%). Per l’import si sono registrati quantitativi di oltre 261 mila tonnellate di rifiuti urbani, di cui solo 40 tonnellate pericolosi, provenienti prevalentemente da Francia, (oltre 188 mila tonnellate, circa il 72% del totale importato), Svizzera (il 15,7%) ed Austria (il 4,9%).
«Dobbiamo introdurre una nuova Tares per far pagare di meno ai cittadini, ricordando che la raccolta differenziata non è soltanto una pratica virtuosa ma è anche un modo per migliorare i costi». Con queste parole il ministro dell’Ambiente Andrea Orlando ha salutato la presentazione del rapporto ISPRA, sottolineandone l’importanza di una revisione rispetto alle condizioni iniziali in termini di contenimento dei costi. Ma quanto costa il servizio d’igiene urbana?
I costi di gestione del 2011 riportano una spesa media annua pro capite di 157,04 euro (+4,6% rispetto all’anno 2010), dovuti per il 42,6% alla gestione dei rifiuti indifferenziati, per il 24% alle raccolte differenziate, per il 14,4% allo spazzamento e al lavaggio delle strade e ai costi generali del servizio e del capitale investito per la rimanente percentuale. Anche in questo caso alle differenziazioni geografiche corrispondono differenze di situazioni: nel Nord ogni abitante spende in media 144 Euro all’anno, 193 Euro al Centro e 157 Euro al Sud. In media il costo di gestione di 1 kg di rifiuto urbano ammonta a 29,2 centesimi, per ogni kg di rifiuti si spendono 27 centesimi di euro al Nord, 31 centesimi al Centro e 32 centesimi al Sud.