Gaianews

La Cina dice basta alla zuppa di pinne di squalo

Scritto da Valeria Gatti il 07.07.2012

Estate felice per gli squali. La Cina proibisce ufficialmente di servire nei banchetti statali la zuppa di pinna di squalo. Il divieto, riportato dall’agenzia di stato Xinhua, stabilito a seguito di una proposta presentata al National People’s Congress, il parlamento che si riunisce a marzo di ogni anno, potrebbe aver bisogno di almeno tre anni per essere reso effettivo, e rimane poco chiaro come possa essere fatto rispettare ovunque in una nazione tanto estesa. La decisione di smetterla di servire zuppe di pinne di squalo o pescecane è comunque un dato di fatto, mossa alla base da motivi economici e non etici, ed è stata accolta positivamente dalle associazioni ambientaliste di tutto il mondo. La crescente richiesta del prelibato piatto durante gli anni passati del boom economico, ha decisamente impoverito la popolazione degli squali nel mondo intero.

“Si tratta di un passo in avanti positivo” – ha detto Andy Cornish, direttore al WWF di Hong Kong, “è la prima volta che il governo centrale cinese ha espresso la decisione di togliere la zuppa di pinna di squalo dai banchetti statali, finanziati dai soldi dei contribuenti”. Questo è un importante messaggio per tutti i consumatori, considerando anche il fatto che la Cina rappresenta ancora oggi il più grande mercato di pinne di squalo. Ma il cambiamento era nell’aria. Già all’inizio dello scorso anno si era infatti registrato un calo del consumo di pinne del 20% secondo Bloom, la sensibilità dei più giovani e meno tradizionalisti iniziava a farsi sentire.

La zuppa di pinna di squalo, ottenuta dalle pinne di squalo essiccate e messe in ammollo e altri ingredienti come verdure o funghi cinesi, si presenta viscida e insapore al palato occidentale, ma ha da sempre rappresentato un importante status symbol per i cinesi. Considerato che un porzione si paga intorno ai 50 euro, si è sempre servita solo in occasioni speciali, durante banchetti lussuosi o per celebrare eventi importanti, come matrimoni, anniversari e cerimonie di Stato, ma anche per accogliere e impressionare gli stranieri durante le interminabili cene-trattative di lavoro. La rapida crescita economica del paese ha poi fatto sì che milioni di persone potessero permettersi la sontuosa leccornia. Inoltre la cultura tradizionale cinese ha sempre lodato le presunte proprietà terapeutiche della pinna di squalo, in grado di incrementare la virilità e la potenza sessuale, di ringiovanire e di aumentare l’appetito, fare bene ai reni, ai polmoni alle ossa, abbassare il colesterolo e prevenire problemi cardiaci. Invece Wild Aid, un’organizzazione non governativa, ha creato allerta sul fatto che mangiare troppa zuppa di pinna di squalo può causare infertilità e sterilità, perché lo squalo, come altri grandi predatori del mare, assorbe grandi quantità del pericoloso mercurio, presente nei mari inquinati, che poi vengono riassorbite a sua volta dall’uomo.

Le voci e le  proteste hanno iniziato a farsi sentire in tutto il mondo, da altri stati e da associazioni ambientaliste. Molte nazioni hanno infatti messo al bando la pesca allo squalo . La California, per esempio, ne ha vietato sia la distribuzione che la vendita; allo stesso modo hanno fatto le Hawaii, Washington, Oregon, Guam, le isole Marianne, dove è vietato anche possederle. Alcuni gruppi,  come Fins Attached, Shark Angels, Shark Huggers, tra gli altri, hanno da sempre scoraggiato il consumo di questo alimento, mettendo in rilievo la crudeltà con cui venivano catturati gli animali, arpionati, portati a bordo delle barche, recisa la pinna ancora vivi e ributtati nell’oceano, ormai incapaci di nuotare, cacciare o sopravvivere. Si stima che per colpa di questa zuppa ogni anno vengano mutilati oltre settanta milioni di squali. A Hong Kong, molti ristoranti e hotel di un certo livello, si sono dimostrati già sensibili alla questione e hanno eliminato già da mesi la zuppa di pinna dal loro menu, così da rendere le persone sempre più consapevoli riguardo la questione. Tre dei più grandi supermercati di Singapore, Cold Storage, NTUC Fair Price e Carrefour, hanno ugualmente deciso di non vendere più pinne di squalo adducendo motivi di sostenibilità ambientale. Anche il ministero delle risorse naturali e dell’ambiente della Malesia ha bandito la zuppa di pinna di squalo dalle funzioni ufficiali.

Un antico proverbio cinese dice che si può mangiare tutto quello che vola, nuota, striscia e cammina, basta che non sia un aereo, un treno o una nave. Presto, forse, questo proverbio, insieme alle altre tradizioni millenarie e credenze popolari cinesi, perderà di valore. Le nuove generazioni, guidate dal buon senso e dalla conoscenza, apriranno le porte a una società nuova, in grado di accogliere ciò che di buono si può trovare anche nella società moderna e sempre imperfetta.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
  • francesco scrive:

    non credo sia molto antico un proverbio cinese che parla di aerei e treni :-)