La notte del 25 aprile di 25 anni fa il peggiore incidente nucleare della storia iniziò silenziosamente dietro la cortina di ferro. Oggi migliaia di persone hanno inscenato varie proteste anti-nucleari in giro per la Francia chiedendo la chiusura dei reattori, alla vigilia del 25° anniversario di Chernobyl e dopo l’incidente nucleare di Fukushima, in Giappone, ha risvegliato le paure sopite.
Nella notte tra il 25 e il 26 aprile 1986, la centrale nucleare di Chernobyl esplodeva dopo un esperimento andato male, rilasciando una grande quantità di radioattività nell’atmosfera, che presto avrebbe invaso l’intera Europa. Oltre 100 mila persone sono state evacuate nei giorni successivi, compresa l’intera cittadina di Pripyat, tuttora disabitata.
“Siamo qui per ricordare alla gente che il rischio zero non esiste”, ha detto un partecipante di una manifestazione a Strasburgo ai giornalisti di AFP.
Le proteste vogliono ricordare non solo l’incidente nucleare di Chernobyl ma anche il disastro di Fukushima, che è ancora in corso. E proprio la Francia, in proporzione il più grande consumatore mondiale di energia nucleare, dovrebbe, secondo i manifestanti, chiudere molte delle sue vecchie centrali.
I manifestanti hanno chiesto in particolare alla Francia di chiudere la sua più vecchia centrale nucleare, quella di Fessenheim al confine con la Germania.
In servizio dal 1977, l’impianto di Fessenheim si trova in una zona densamente popolata della Francia, a meno di due chilometri dalla Germania e circa 40 chilometri dalla Svizzera e a 200 dall’Italia.
Il presentatore televisivo francese e attivista verde Nicolas Hulot, che ha annunciato all’inizio di questo mese di voler correre come candidato ecologista alle elezioni presidenziali del 2012, ha partecipato alla protesta.
“Fukushima è quello che alla fine mi ha convinto che l’energia nucleare non può più essere la risposta per il futuro energetico del pianeta”, ha detto Hulot ai giornalisti.
“Sono stato uno di quelli che avevano una certa fiducia nelle argomentazioni dei tecnici che assicuravano sulla sicurezza della tecnologia. I loro argomenti hanno oggi perso la loro efficacia al confronto coi fatti.”