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Nato Pig 26, il maialino OGM immune dalla peste suina

Gli scienziati dell'istituto che clonò la famosa pecora Dolly, il Roslin Institute, gridano al successo

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 18.04.2013

Gli scienziati dell’istituto che clonò la famosa pecora Dolly, il Roslin Institute, hanno annunciato un nuovo passo importante nella realizzazione di animali geneticamente modificati di animali resistenti alle infezioni – creando il primo maiale geneticamente modificato utilizzando una nuova tecnica di “montaggio dei geni”. L’effettiva efficacia e soprattutto la sicurezza della tecnica andranno tuttavia verificate.

Allevamento di maiali

La tecnica di modifica dei geni presentata dai ricercatori è almeno 100 volte più precisa ed efficiente delle tecnologia GM esistenti, a quanto sostengono gli scienziati. Inoltre,  non si farenno uso di geni resistenti agli antibiotici, una tecnica pesantemente criticata dalla comunità scientifica in quanto potrebbe mettere in pericolo la difesa degli organismi contro le infezioni.

“Pig 26”, il maialino transgenico in grado di resistere, dicono i ricercatori, alla temuta peste suina, è nato lo scorso agosto ed è stato geneticamente modificato con una piccola mutazione, a detta degli scienziati “la più piccola delle mutazioni del DNA”.

“Tra le 3 miliardi di basi presenti, abbiamo rimosso esattamente una base da dove volevamo. E’ stato estremamente facile da fare”, ha affermato il professor Bruce Whitelaw del Roslin Institute di Edimburgo al giornale inglese Independent.

“Siamo in grado di farlo senza alcun marcatore o traccia. Se non si fa un controllo specifico non c’è modo di sapere che sia avvenuta questa mutazione. Poteva accadere naturalmente”, ha aggiunto.

Gli scienziati dicono che questo metodo non si basa sul complesso processo di clonazione usato nelle tecniche precedenti, e non fa uso di geni “marcatori” della resistenza agli antibiotici. Inoltre, la tecnica può essere eseguita su uova fecondate piuttosto che le cellule dei normali tessuti. Questo ha il vantaggio di non far nascere dei cloni “vecchi”, come avvenne ad esempio con la pecora Dolly, che eredità l’età del tessuto da cui venne estratto il DNA da clonare.

Il professor Bruce Whitelaw del Roslin Institute ha affermato che la tecnica ha permesso loro un aumento di efficienza di 10 volte, passando dall’1% di successo delle vecchie tecniche al 10-15% attuale.

La nuova tecnica, secondo gli scienziati, non lascia alcuna traccia sul genoma degli animali a parte la mutazione desiderata, in quanto semplicemente imita il processo evolutivo naturale.

Pig 26 fa parte di un programma di realizzazione di maiali geneticamente modificati resistenti a malattie come il virus della peste suina africana. Gli scienziati sperano di introdurre mutazioni del DNA nei suini domestici.

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