Nigeria, finisce in tragedia il tentativo di liberare due ostaggi. I due uomini, uno italiano e l’altro inglese, sequestrati 10 mesi fa sono stati brutalmente uccisi. Lo ha riferito oggi in una nota il governo italiano.
Si tratta di Franco Lamolinara 48 anni, ingegnere che lo scorso 12 maggio era stato rapito assieme al britannico Christopher Mc Manus, l’altra vittima. Il rapimento sarebbe avvenuto a Birkin Kebin ad opera di un gruppo di terroristi, probabilmente legato ad Al Qaida. Il 3 agosto era stato diffuso un video che mostrava gli ostaggi bendati, in ginocchio, con alle spalle tre uomini armati.
Il nostro connazionale si trovava in Nigeria da circa 11 anni e lavorava per l’impresa Stabilini Visinoni Limited, assieme all’inglese Mc Manus. Lamolinara era impegnato alla costruzione di un edificio della banca centrale proprio a Birkin Kebin, luogo del rapimento. All’epoca la polizia locale avevano fatto sapere che i rapitori avevano fatto irruzione nell’appartamento in cui i due uomini risiedevano.
La notizia dell’uccisione dei due ostaggi sarebbe stata comunicata al nostro premier dal primo ministro britannico David Cameron. Come si legge nella nota di Palazzo Chigi, “Cameron ha espresso a Monti profondo cordoglio per la vittima italiana, rammaricandosi del drammatico esito dell’iniziativa militare decisa dalle autorità nigeriane e britanniche nella convinzione che questa fosse l’ultima finestra di opportunità per salvare la vita degli ostaggi”. “Dal momento del sequestro – si legge ancora – le autorità italiane avevano seguito la vicenda in stretto collegamento con quelle britanniche. Nelle ultime ore si è verificata un’accelerazione imprevista e, nel timore di un imminente pericolo di vita per gli ostaggi, l’operazione è stata avviata autonomamente dalle autorità nigeriane con il sostegno britannico, informandone le autorità italiane solo a operazione avviata”.
Dalle prime ricostruzioni dell’accaduto si evince che i due ostaggi sono stati uccisi dai sequestratori, proprio mentre le forze britanniche e quelle nigeriane cercano di liberarli. L’Italia sarebbe, però, stata tenuta fuori dall’operazione, forse a causa della tempestività richiesta, che però è costata la vita ai due uomini.
Il Presidente del Consiglio Monti non ha potuto far altro che “esprime commossa partecipazione al generale cordoglio e sentimenti di profonda solidarietà ai famigliari per la tragica scomparsa dell’Ing. Franco Lamolinara”.
La tragedia di oggi ci obbliga a rammendare che Franco Lamolinara non era l’unico italiano ad essere ancora nelle mani di gruppi armati. Altri 3 nostri connazionali stanno vivendo l’incubo del rapimento. Rossella Urru, la giovane cooperante del Cisp (Comitato Italiano Sviluppo dei Popoli) e studiosa del mondo arabo, è stata sequestrata lo scorso 23 ottobre mentre si trovava nel campo profughi di Tindouf, in Algeria. Insieme a lei altri due cooperanti spagnoli furono prelevati nella notte. Negli ultimi mesi il popolo del web si è mobilitato per cercare di dare speranza alla famiglia e auspicando vivamente che il governo italiano riesca a portare in salvo la donna.
Ma la Urru non è l’unica ad essere stata rapita in Algeria, prima di lei era stata sequestrata Maria Sandra Mariani. Quest’ultima manca da casa da 13 mesi. Fu rapita il 2 febbraio del 2011 mentre si trovava in viaggio nel Sahara algerino.
Il terzo italiano è Bruno Pellizzari, rapito dai pirati somali il 10 ottobre 2010 con la compagna sudafricana Deborah Calitz. Lo skipper italiano, sequestrato mentre lavorava su uno yatch a largo della costa della Tanzania, viveva da anni in Sudafrica. Di lui addirittura sarebbe stata persa ogni traccia.