Torniamo a parlare di olio d’oliva deodorato dopo la notizia secondo cui la procura di Firenze avrebbe messo le mani su carte che testimonierebbero che una partita di olio da 450 mila chilogrammi di olio da “regolarizzare” per la commercializzazione non sarebbe, in realtà, extravergine. Il valore commerciale dell’intera partita ammonterebbe a 4 milioni di euro.
Le aziende al centro dell’inchiesta sarebbero – secondo il sito internet teatronaturale.it – quelle del gruppo SOS, società spagnola proprietaria di noti marchi italiani, come Bertolli, Carapelli e Sasso, marchi leader nella commercializzazione e nell’esportazione dell’olio d’oliva.
L’inchiesta, partita nel settembre 2010, sta accertando se ci siano irregolarità presso tutti gli stabilimenti del gruppo SOS, attraverso le visite ispettive da parte del nucleo agroalimentare del corpo forestale dello Stato.
I (presunti) falsi documenti, trovati in diversi stabilimenti di confezionamento a Firenze, Reggio Emilia, Genova e Pavia, secondo gli investigatori sarebbero stati contraffatti per ingannare sulla vera natura del prodotto che, secondo la Procura di Firenze, conterrebbe olio di oliva deodorato sopra i limiti consentiti dalla legge.
La Procura di Firenze, che sta svolgendo indagini approfondite per accertare i reati di frode in commercio e di falso materiale, ha chiesto di effettuare accertamenti analitici idonei a verificare la vera natura del prodotto nell’ambito dell’udienza di incidente probatorio del 15 marzo prossimo.
Stiamo tentando di raggiungere l’azienda per un commento.